IL 19 MARZO FA TAPPA A PARMA IL TOUR 2016 DI
“STABILE PRECARIATO. SENZ’ARTE MA DI
PARTE”
IL READING MUSICALE DI CARLO
ALBÈ
A Parma, come nel resto del paese, il
prossimo 19 marzo segnerà la chiusura della prima fase della campagna sulla
“Carta dei diritti universali del lavoro” avviata dalla CGIL lo scorso 14
gennaio dal Paladozza di Bologna, cioè la fase relativa alla consultazione
straordinaria di tutti i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati e le
pensionate, iscritti alla CGIL. Un grande sforzo politico e organizzativo, che
proseguirà nei prossimi mesi per coinvolgere quanti più cittadini e lavoratori
e portare la proposta della CGIL ad essere presentata in parlamento come legge
di iniziativa popolare.
Il 19 marzo sarà dunque una data
spartiacque, che la CGIL di Parma intende sottolineare ospitando, alle ore
16.00, nel salone Trentin della Camera del Lavoro di via Casati Confalonieri,
5/A, il reading musicale di CARLO ALBE’ “STABILE PRECARIATO. Senz’arte ma di parte”. Un evento in collaborazione con Giovani
CGIL Parma, Rotten Produzioni e Andrea P. Graphics.
“Ho scritto una poesia di un solo rigo su un vecchio muro.
Vivo cercando il fondo e grazie a chi mi ha preso il futuro
Un ambulante vende sogni mezzi rotti ai bordi di quella via
ne ho comprati solo un paio ma a che mi serve la garanzia?”
Nelle parole dell’autore, Carlo Albé, “STABILE
PRECARIATO è la piccola storia ignobile di Vittorio, un ragazzo che vive solo
all’estrema periferia di una grande città del nord.
È una
lettera scritta a Lorenzo, il migliore amico di sempre migrato a Berlino in
cerca di fortuna, è una confessione in piena regola di tutto quello che gli è
capitato nell’ultimo anno di vita, la dolorosa decisione di vuotare il sacco.
Raccontare
tutto quello che la vita ha mancato di offrirgli… la felicità, le soddisfazioni
professionali, la sicurezza di poter arrivare tranquillo alla fine del mese,
l’amore di una donna.
STABILE
PRECARIATO è una cascata di pensieri tremendamente reali, come la
disoccupazione, l’affitto da pagare, i lavoretti saltuari e i colloqui
allucinanti, fino all’approdo alla Lapsus, un noto call center dove potrebbe
valere la citazione dantesca…”Lasciate ogni speranza voi che entrate”.
Il luogo
delle domande senza impulso, dove tutto, umiliazioni comprese, scivola via
senza lasciare il segno, perché una volta grattato il fondo si trova anche la
forza di vedere quello che c’è sotto.
“Sono
chiuso dentro, sono lunghe le mie sere, somigliano al passo stanco di vecchie
vedove nere.
La mia vita
è una storia ma le pagine non sono scritte, c’è ancora tempo sai, c’è ancora
tanto tempo sai…per le mie dolci sconfitte…”
STABILE
PRECARIATO è una sassata contro la speranza, è una galleria di orrori
quotidiani senza fine, una carrellata di personaggi che puoi incontrare solo
dalla sponda sbagliata del fiume, una corsa senza freni verso un finale
impossibile da immaginare.
STABILE
PRECARIATO è una penna che non ha voglia di fermarsi, è un foglio di carta
intriso di amarezza e risate, solitudine e rimpianto, di rabbia dentro al cuore.
STABILE
PRECARIATO è quello che tanti giovani non vorrebbero mai vivere.
“Ora si
tratta di arrivare alla fine del mese senza avere dietro la porta quella brutta
faccia del tuo padrone di casa che reclama l’affitto.
Si tratta
di pagare le bollette che arrivano una dietro l’altra come le frecce di una
faretra e non si può fare nulla per evitarle, perché tanto il loro bersaglio è
il tuo conto corrente, si tratta di riempire il maledetto frigo che il venerdì
sera è desolatamente vuoto e se ci gridi dentro puoi sentire l’eco.
E fa niente
se dopo tutto quello che hai pagato manca la possibilità di una vita sociale
degna di questo nome.
Chi ci
comanda ha deciso che non è una cosa necessaria, perché l’importante non è
vivere…ma sopravvivere”.
Dalla fine
di Febbraio 2013 è partito lo “Stabile Precariato Reading Tour” che finora ha
collezionato più di 50 date nel Nord Italia.
Lo
spettacolo ha una durata di circa 70 minuti, ed è arricchito da musica klezmer
e balcanica, sapientemente suonati da Giulio alla chitarra e Andrej al
clarinetto.
Un mix tra
parole e musica, l’unica cosa che chiedo è la tua fiducia nel mio progetto.
Spero che
tu abbia voglia di premiare la mia indipendenza”.