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Tagli risorse Patronati, grave azione contro i cittadini

11 Novembre 2014
Illustrate oggi in conferenza stampa le gravi preoccupazioni di Cgil, Cisl e Uil e dei patronati Inca Cgil, Inas Cisl, Ital Uil e Acli di Parma

Qualora venisse approvata la proposta contenuta nella Legge di stabilità (art.26) di un pesantissimo taglio delle risorse del Fondo Patronati, risorse che non derivano da fondi pubblici generici, da risorse dello Stato, ma da una quota dei contributi obbligatori versati dai lavoratori e dai datori di lavoro privati e pubblici, questo si tradurrebbe in un’azione contro i cittadini che in tutti questi anni di crisi si sono rivolti ai patronati, trovando in questi ultimi l’unico istituto di welfare veramente gratuito.

 

Secondo Cgil, Cisl e Uil e i patronati Inca Cgil, Inas Cisl, Ital Uil e Acli tagliare le risorse ai Patronati significa metterli nell’impossibilità di svolgere il proprio ruolo sociale e nella prospettiva futura significa impedire loro di partecipare alle sfide per il cambiamento del paese. Se la politica e il Governo si assumeranno la responsabilità di dire che i Patronati sono soltanto un costo e che quindi come tale deve esser compresso, dovrà assumersi anche quella di dire al cittadino con quali altre forme, ma soprattutto con quali altri costi, potrà avere una risposta ai suoi bisogni. Per queste ragioni, i Patronati unitamente alle loro organizzazioni promotrici, stanno effettuando una serie di incontri con le forze politiche e con le rappresentanze parlamentari affinché con l’impegno di tutti venga cambiata una misura sbagliata e venga scongiurato un danno alle persone più deboli; stanno inoltre sviluppando una serie di iniziative di informazione e di protesta sui territori (a Parma è previsto un gazebo in piazza Garibaldi sabato 15 novembre, oltre alla serrata dei Patronati con presidio a Bologna il 17 novembre), che si aggiungono alla raccolta di firme per una petizione popolare da inviare al Governo Renzi.

 

Ad essere a rischio, a causa del taglio di 150 milioni previsto dalla Legge di stabilità, è l'assistenza gratuita ai cittadini italiani e stranieri su 92 tipologie di servizi che abbracciano tutto l'arco della vita, dalla maternità anticipata ai ratei di pensione post-mortem. Per questo la riduzione del 35% dell'aliquota previdenziale destinata ad alimentare il fondo patronati non costituisce un risparmio per nessuno. Lo 0,226% dei contributi sociali versati da circa 21 milioni di lavoratori oggi assicura a oltre 50 milioni di persone la possibilità di usufruire dei servizi gratuiti dei Patronati. Per questo i Patronati, che già si accollano a proprie spese il 70% dei costi dei servizi sociali erogati, per scongiurare i pesanti effetti sociali di questa misura che minerebbe seriamente la tenuta del sistema di welfare del nostro Paese, avvieranno una mobilitazione sia a livello nazionale che locale, per sensibilizzare l'opinione pubblica e far comprendere al Governo e al Parlamento l’importanza di modificare immediatamente la proposta contenuta nella legge di stabilità.

 

Si tratta di una scelta gravissima che metterà in ginocchio la rete di solidarietà dei Patronati che rimangono l'unico welfare gratuito, ad opera di soggetti promotori privati, a favore dei disoccupati, dei pensionati, dei lavoratori, dei cittadini stranieri e degli italiani all’estero dopo la massiccia spending review che ha visto pesanti riduzioni dell'Istituto INPS. Tutti loro si troveranno a pagare per un servizio oggi gratuito, con il rischio di dover rinunciare alle tutele previdenziali e assistenziali cui hanno diritto. L’uguaglianza di accesso ai diritti sarà cancellata. Ed inoltre, per svolgere lo stesso lavoro, oggi compiuto dai Patronati, la Pubblica Amministrazione dovrebbe aprire e gestire circa 6.000 nuovi uffici permanenti e aumentare gli organici di oltre 5.000 persone. Il costo complessivo per la Pubblica amministrazione (Inps, Inail e ministero dell’Interno) sarebbe di 657 milioni di euro. Merita ricordare che i Patronati hanno sostenuto molte battaglie per la acquisizione dei diritti in ambito di immigrazione e danni da lavoro e tutela della salute. Hanno gestito innumerevoli situazioni di crisi sia sul fronte della corretta applicazione degli ammortizzatori sociali ordinari ed in deroga, sia sul fronte delle anticipazioni sociali, istituti che hanno permesso a molte famiglie di ricevere ossigeno in questa crisi che non allenta la morsa.

 

Il taglio delle risorse ai Patronati rientra nella logica di un Governo che da un lato vuole mortificare e azzerare le forme di rappresentanza sociale e il sistema solidaristico nell’accesso ai servizi ed alle tutele e dall’altro far ricadere sulle classi più deboli del Paese il peso della crisi. Infatti il Disegno di Legge di Stabilità penalizza un servizio gratuito togliendo risorse al servizio pubblico che i Patronati svolgono a favore di lavoratori, pensionati, disoccupati, immigrati, cittadini.

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