Illustrate oggi in conferenza stampa le gravi preoccupazioni di Cgil, Cisl e Uil e dei patronati Inca Cgil, Inas Cisl, Ital Uil e Acli di Parma
Qualora venisse approvata la proposta contenuta nella Legge di stabilità
(art.26) di un pesantissimo taglio delle risorse del Fondo Patronati, risorse
che non derivano da fondi pubblici generici, da risorse dello Stato, ma da una
quota dei contributi obbligatori versati dai lavoratori e dai datori di lavoro
privati e pubblici, questo si tradurrebbe in un’azione contro i cittadini che
in tutti questi anni di crisi si sono rivolti ai patronati, trovando in questi
ultimi l’unico istituto di welfare veramente gratuito.
Secondo
Cgil, Cisl e Uil e i patronati
Inca Cgil, Inas Cisl, Ital Uil e Acli tagliare le risorse ai Patronati
significa metterli nell’impossibilità di svolgere il proprio ruolo sociale e
nella prospettiva futura significa impedire loro di partecipare alle sfide per
il cambiamento del paese. Se la politica e il Governo si assumeranno la
responsabilità di dire che i Patronati sono soltanto un costo e che quindi come
tale deve esser compresso, dovrà assumersi anche quella di dire al cittadino
con quali altre forme, ma soprattutto con quali altri costi, potrà avere una
risposta ai suoi bisogni. Per queste ragioni, i Patronati unitamente alle loro
organizzazioni promotrici, stanno effettuando una serie di incontri con le
forze politiche e con le rappresentanze parlamentari affinché con l’impegno di
tutti venga cambiata una misura sbagliata e venga scongiurato un danno alle
persone più deboli; stanno inoltre sviluppando una serie di iniziative di
informazione e di protesta sui territori (a Parma è previsto un gazebo in piazza Garibaldi sabato 15 novembre, oltre alla serrata dei Patronati con presidio a
Bologna il 17 novembre), che si aggiungono alla raccolta di firme per una
petizione popolare da inviare al Governo Renzi.
Ad
essere a rischio, a causa del taglio di
150 milioni previsto dalla Legge di stabilità, è l'assistenza gratuita ai
cittadini italiani e stranieri su 92 tipologie di servizi che abbracciano tutto
l'arco della vita, dalla maternità anticipata ai ratei di pensione post-mortem.
Per questo la riduzione del 35% dell'aliquota previdenziale destinata ad
alimentare il fondo patronati non costituisce un risparmio per nessuno. Lo
0,226% dei contributi sociali versati da circa 21 milioni di lavoratori oggi
assicura a oltre 50 milioni di persone la possibilità di usufruire dei servizi
gratuiti dei Patronati. Per questo i
Patronati, che già si accollano a
proprie spese il 70% dei costi dei servizi sociali erogati, per scongiurare
i pesanti effetti sociali di questa misura che minerebbe seriamente la tenuta
del sistema di welfare del nostro Paese, avvieranno una mobilitazione sia a
livello nazionale che locale, per sensibilizzare l'opinione pubblica e far
comprendere al Governo e al Parlamento l’importanza di modificare immediatamente
la proposta contenuta nella legge di stabilità.
Si
tratta di una scelta gravissima che metterà in ginocchio la rete di solidarietà
dei Patronati che rimangono l'unico welfare gratuito, ad opera di soggetti
promotori privati, a favore dei disoccupati, dei pensionati, dei lavoratori,
dei cittadini stranieri e degli italiani all’estero dopo la massiccia spending
review che ha visto pesanti riduzioni dell'Istituto INPS. Tutti loro si
troveranno a pagare per un servizio oggi gratuito, con il rischio di dover rinunciare
alle tutele previdenziali e assistenziali cui hanno diritto. L’uguaglianza di
accesso ai diritti sarà cancellata. Ed inoltre, per svolgere lo stesso lavoro,
oggi compiuto dai Patronati, la Pubblica Amministrazione dovrebbe aprire e
gestire circa 6.000 nuovi uffici permanenti e aumentare gli organici di oltre
5.000 persone. Il costo complessivo per la Pubblica amministrazione (Inps,
Inail e ministero dell’Interno) sarebbe di 657 milioni di euro. Merita
ricordare che i Patronati hanno sostenuto molte battaglie per la acquisizione
dei diritti in ambito di immigrazione e danni da lavoro e tutela della salute.
Hanno gestito innumerevoli situazioni di crisi sia sul fronte della corretta
applicazione degli ammortizzatori sociali ordinari ed in deroga, sia sul fronte
delle anticipazioni sociali, istituti che hanno permesso a molte famiglie di
ricevere ossigeno in questa crisi che non allenta la morsa.
Il
taglio delle risorse ai Patronati rientra nella logica di un Governo che da un
lato vuole mortificare e azzerare le forme di rappresentanza sociale e il
sistema solidaristico nell’accesso ai servizi ed alle tutele e dall’altro far
ricadere sulle classi più deboli del Paese il peso della crisi. Infatti il
Disegno di Legge di Stabilità penalizza un servizio gratuito togliendo risorse
al servizio pubblico che i Patronati svolgono a favore di lavoratori,
pensionati, disoccupati, immigrati, cittadini.