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Rappresentanza, non si esercita con gli accordi separati

15 Febbraio 2011
Fiom e Cgil di Parma rispondono alla Cisl provinciale

Nelle scorse settimane la Cgil territoriale ha avuto modo di confrontarsi, sulla stampa locale, con la Cisl sul tema della rappresentanza sindacale. A dare il “la” alcune dichiarazioni di Bonanni ad un convegno, cui ha replicato la segretaria della Cgil di Parma, Patrizia Maestri, e a ruota Baldo Ilari, della FNP Cisl, che accusa la Fiom di aver boicottato l’intesa del 2008 e di condizionare sulla questione la Cgil tutta.

 

“A tale proposito – ritiene necessario puntualizzare la segretaria della Fiom Cgil provinciale, Antonella Stasi – non si può continuare a professare innocenza affermando che la mancata applicazione dell’accordo unitario del 2008 dipenda dalla Fiom. Il punto è che la Cisl e la Uil hanno voluto intraprendere la strada dell’accordo separato, quello sottoscritto nel 2009 con Confindustria a cui tutta la Cgil ha detto no. L’evidente mancanza di interesse a concordare regole condivise sulla rappresentanza, le cui motivazioni sono peraltro tutte da indagare, temo sia alla base dell’attuale situazione di indebolimento dell’unità sindacale, che nuoce a tutti, e in prima battuta ai lavoratori”.

 

“Fuori da ogni polemica – aggiunge Patrizia Maestri, segretaria generale Cgil Parma – occorre segnalare l’orientamento della Cisl a cercare fin dal 2008 accordi evitando il più possibile di discutere con la Cgil. L’ultimo in ordine di tempo è il contratto separato che riguarda i dipendenti del pubblico impiego, sottoscritto pochi giorni fa, e decisamente peggiorativo della condizione dei lavoratori. Su questa strada non si può proseguire, se non venendo meno al mandato della rappresentanza: per questo, in quanto sindacato maggioritario a livello nazionale, chiediamo che siano i lavoratori a decidere sulla proposta che la Cgil avanza a tutte le parti sociali, a partire da un confronto con Cisl e Uil, per giungere ad un accordo tra i sindacati sulla democrazia e la rappresentanza come prima tappa per una iniziativa legislativa. È un diritto costituzionale dei lavoratori quello di partecipare a tutte le decisioni che li riguardano nell’iniziativa sindacale e nell’attività di impresa. È un loro sacrosanto diritto che non si prendano decisioni sulle loro teste sulla base di una situazione di ricattabilità e precarietà occupazionale. Da qui occorre ripartire”.

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