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Nuovo Patto per il Lavoro e il Clima, un forte segnale di contrasto alla crisi

17 Dicembre 2020
CGIL, CISL e UIL di Parma sottolineano il ruolo chiave del sindacato nella stesura e nell'applicazione delle misure

Il Nuovo Patto per il Lavoro e il Clima è il contenitore dei più importanti progetti e obiettivi della Regione, che punta al rilancio economico, al superamento delle disuguaglianze e alla sostenibilità ambientale, con l'obiettivo di raggiungere la neutralità dal carbone entro il 2050, oltre all’utilizzo del cento per cento di energie rinnovabili entro il 2035. Fra i firmatari ci sono i sindacati.

CGIL, CISL e UIL territoriali spiegano come declinare in chiave locale i contenuti del Patto.

Lisa Gattini, segretario generale della CGIL Parma, Angela Calò, segretario generale aggiunto della CISL Parma Piacenza, e Mario Miano, segretario generale UIL Emilia, sottolineano come il Patto sia stato sottoscritto da 55 realtà: oltre ai sindacati, enti locali, Cna, Confindustria e tante altre associazioni.

Un segnale forte, che testimonia la grande condivisione dei principi e dei contenuti del Patto per un primo tangibile segnale di contrasto alla crisi.

"Rispetto al Patto del 2015 – affermano – qui c’è l’obiettivo di migliorare il clima e non solo in regione, un impegno sulle aree montane, la sostituzione di mezzi di trasporto pubblico con veicoli ecologici, mille nuovi chilometri di ciclabili, più trasporto su ferro per persone e merci e 4,5 milioni di alberi da piantare in 5 anni, oltre alla forte spinta alle rinnovabili da qui al 2035".

Significativi anche gli obiettivi sul welfare, "a partire dall’incremento del fondo per la non-autosufficienza e al fondo per l’affitto reso strutturale”, in un contesto di integrazione di politiche abitative e processi di rigenerazione urbana. Di primaria importanza sono poi gli obiettivi di rafforzamento del sistema sanitario pubblico.

Forte l’impegno sul versante del Lavoro per raggiungere una occupazione di qualità e stabile, con provvedimenti volti alla salvaguardia dei posti di lavoro, assicurando ammortizzatori sociali,  tutela dei livelli occupazionali ed escludendo procedure unilaterali di licenziamenti collettivi: elementi che vanno ben oltre la contingenza dovuta alla gestione della pandemia, compresa l'estrema attenzione alla applicazione dei contratti nazionali sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative.

"Confidiamo che il Patto possa dare impulso alla  ripartenza dell’economia - commentano i segretrari provinciali -, altrimenti gli effetti in particolare sul mondo della piccola e media impresa, dei  servizi, il terziario, il commercio, il turismo, i bar e i ristoranti, i piccoli negozi e gli artigiani sarebbero  devastanti, con gravi conseguenze sulla tenuta occupazionale".

Quanto alle nuove forme di semplificazione di procedure complesse, valgano ad esempio le  opere pubbiche, questo "non può avvenire a discapito della salvaguardia del lavoro, della sicurezza e della legalità", temi altrettanto al centro del Patto anche con riferimento al mondo del lavoro.

Un altro elemento di forza del Patto è il fatto che aderiscono tutti i Comuni e che verranno creati strumenti per dare attuazione ai progetti a livello territoriale.

"La fattiva adesione nella stesura del Patto dei sindacati confederali - concludono le segreterie di CGIL, CISL e UIL provinciali - conferma e rafforza il metodo avviato nel 2015 con la firma del primo Patto per il Lavoro, che in cinque anni ha permesso all’Emilia-Romagna di recuperare terreno rispetto alla lunga crisi economica apertasi nel 2008, portandosi ai vertici italiani ed europei per crescita, occupazione, export e valore aggiunto. Cinque anni nei quali il Patto per il Lavoro ha generato investimenti e movimentato risorse per oltre 22 miliardi di euro, ben oltre i 15 preventivati inizialmente".

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