I disservizi attengono alle decisioni azziendali e non ai lavoratori
A seguito delle ormai quotidiane lettere di protesta dei
lettori dei quotidiani locali sul tema dei disservizi postali che si verificano
in maniera sempre più macroscopica a Parma e provincia, proteste che
consideriamo assolutamente legittime e giustificate da una evidenza di realtà,
riteniamo indispensabile come sindacati di categoria Slc-Cgil e Uil-Post esprimere
con forza e senza ipocrisie la nostra opinione su una situazione che, secondo
ragione, non può più essere considerata di "emergenza".
Ci aspettavamo, a dire la verità, una risposta seria da
parte della dirigenza di Poste Italiane, in luogo di comunicati asettici e
precotti che nulla spiegano delle reali cause dei disservizi. Ma,
evidentemente, quest'azienda preferisce tacere. E di questo singolare silenzio
chi fa le spese? Ancora una volta, senza alcun dubbio, i lavoratori. I
lavoratori che pagano sulla propria pelle il logorante disagio di una
quotidianità dove a loro, sempre a loro, viene richiesto di mettere pezze alle
carenze croniche e colpevoli dell'azienda.
Vogliamo parlare di cose concrete? Bene, anzi, no, male. Nel
settore del recapito, i numeri parlano chiaro, non ci sono abbastanza
portalettere, ci sono ancora zone scoperte, il personale di scorta è
praticamente inesistente, i carichi sono eccessivi, i motomezzi inadatti al
trasporto di pesi (tanto che spesso, troppo spesso, provocano incidenti anche
gravi, se non mortali - 10 in Italia nel 2008), la manutenzione è scarsa e a
volte addirittura rimandata per ragioni di budget, troppe assunzioni con
contratto a tempo determinato impediscono il radicamento del postino sul
territorio. Nella sportelleria, un incremento quasi incontrollato dei servizi
offerti, a fronte di un numero di impiegati sempre più insufficiente rispetto
ai carichi di lavoro, una preparazione inadeguata fatta di corsi on-line
rosicchiati fra un cliente e l'altro, l'attenzione della dirigenza volta solo
agli obiettivi commerciali, le pressioni sempre più forti per il raggiungimento
dei budget, il dover far fronte costantemente alle proteste se non agli insulti
della clientela, tutto questo provoca insoddisfazione, frustrazione e
stanchezza, e a volte, purtroppo, anche risposte brusche e poco consone al
proprio ruolo.
Questa è oggi Poste Italiane, un'azienda che pensa di
potersi permettere di disattendere l'applicazione di accordi regolarmente
sottoscritti, che in preda ad una evidente ed apparentemente inspiegabile
schizofrenia si dichiara a parole innovativa e vincente e, nei fatti, relega la
qualità e l'efficienza dei propri servizi ad accessorio non indispensabile,
dimenticandosi che la liberalizzazione del settore è vicina e che solo la
qualità e l'efficienza, appunto, le potrebbero permettere di resistere alle
aggressioni della concorrenza e di sostenere i livelli occupazionali esistenti.
Slc-Cgil e e Uil-Post di Parma sono sempre di più dalla
parte dei lavoratori e delle lavoratrici di Poste italiane, ed hanno a questo
proposito proclamato uno sciopero dell'intera giornata per il prossimo 26
gennaio. Inoltre si propongono di dare la massima evidenza pubblica alle
situazioni sopra descritte, non escludendo come ultima ratio di procedere per
vie legali, denunciando il comportamento antisindacale di una dirigenza che si
fa bella firmando accordi di sviluppo e crescita e poi si sottrae
irresponsabilmente, vergognosamente e indecentemente ai propri doveri.
Silvia Avanzini SLC CGIL
Daniela Campanini UIL-Post