Paolo Bertoletti, segretario generale della Cgil di Parma, risponde alle dichiarazioni del sindaco di Parma pubblicate oggi dalla stampa locale
Caro Sindaco,
sono stato informato della Tua presa di posizione sulla CGIL di Parma. Non nascondo la mia sorpresa. Ci accusi di politicizzazione attaccandoci per meri calcoli politici. Vedi, Ti hanno informato in modo parziale e interessato. Se una parte del congresso ha contestato i segretari di CISL e UIL ha sbagliato. Ma noi siamo una organizzazione seria. Quando sbagliamo sappiamo chiedere scusa e rimediare. Infatti il giorno dopo i segretari hanno portato il loro contributo con l'accoglienza che è dovuta nei confronti di chi rappresenta milioni di lavoratori. Che il Sindaco di una grande e bella città come la nostra prenda spunto da un fatto, seppur increscioso, per alimentare la divisione tra le forze sindacali lo ritengo profondamente sbagliato. Poco rispettoso per il dramma che tanti cittadini di Parma, per colpa della crisi, stanno vivendo. Questi hanno bisogno dell'unità delle organizzazioni sindacali e della solidarietà e dell'impegno di tutti. Anche delle Istituzioni.
Questa crisi che sta disgraziatamente modificando in modo drammatico la condizione di tanti cittadini di Parma, lavoratori e non solo, ci ha visti in prima linea fin da subito. Abbiamo sempre cercato di trovare soluzioni condivise, sollecitando l’apertura di tavoli istituzionali, in molti casi determinanti, e sottoscrivendo accordi con tutti i soggetti disposti a dialogare, anche con il Comune di Parma, quando non ha rifuggito il confronto.
Ora, la tempistica di questo attacco mi suscita non poche perplessità e mi chiedo, caro Sindaco, cosa ci sia sotto. Ci accusi di irrigidirci nella difesa dei “pochi” tutelati, quando da mesi e anni chiediamo di mettere un argine alla precarietà e di ragionare su un modello di welfare che offra maggiori garanzie e opportunità di accesso ai nuovi poveri e ai nostri lavoratori e pensionati in difficoltà. Il Comune risponde con esternalizzazioni e privatizzazioni, e con la svendita di beni pubblici allo scopo di fare cassa. Infine: individuando un capro espiatorio - la CGIL – per non dover ammettere di essere in carenza di strumenti, politici prima ancora che economici e organizzativi, per far fronte ad una situazione tutt’altro che rosea.
Credo che l’inconsistenza di queste accuse sia evidente ai più, e questo mi basta.
Per il resto, continueremo a fare il nostro lavoro, e ad impegnarci per dare sostanza al nostro mandato, che solo in questo territorio ha la forza di oltre 75mila iscritti. Non poco per un sindacato “all’angolo”.
Con immutata cordialità
Paolo Bertoletti
Segretario generale Cgil Parma