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“L’arroganza della burocrazia che distrugge il sistema di protezione sociale”

31 Agosto 2010
Nota stampa di Paolo Bertoletti, segr. gen. SPI Cgil Parma

“Sono venuto a conoscenza di diversi casi di invalidi chiamati a visita di revisione e ai quali, pur rimanendo costante, se non aggravato, lo stato di salute, è stata revocata la condizione di inabilità.

Cosa è successo?

Il Governo decide in primavera di ridurre la spesa pubblica con un piano per scoprire i falsi invalidi. Da quel momento le commissioni hanno negato l’inabilità a quasi tutti i richiedenti. Faccio l’esempio di un caso portatomi a conoscenza dal diretto interessato, un pensionato ultrasettantacinquenne.

L’interessato è affetto (come da documentazione medica) da empiema (comunemente conosciuto come versamento) toracico sx con intervento chirurgico – ictus cerebrale con emiparesi sx – ostruzione carotide dx per stenosi – intervento chirurgico di resezione ileale per diverticolite acuta – ipertensione arteriosa cardiopatica/ischemica e sindrome coronaria acuta 2008 – ipocinesia vsx parete int. – frattura del femore dx con osteosintesi successivamente rimossa – frattura ginocchio dx – frattura omero dx – incontinenza urinaria e fecale e vulvo vaginite micotico che impedisce l’uso del pannolone - ecc.

Credo basti tutto ciò, anche per chi come me è incompetente della scienza medica, per rimanere sbigottiti.

Tutto questo con la sacrosanta lotta ai falsi invalidi cosa c’entra? Perché umiliare le persone in difficoltà e meno fortunate? Si risparmia su chi ha bisogno e si continua a sprecare per altri interessi.

Dai servizi del patronato INCA preso la Camera del Lavoro, da inizio anno, sono passate 985 persone che hanno richiesto l’invalidità civile e altre 1456 l’indennità di accompagnamento. Saranno tutti malati immaginari? Il Governo continua con tagli al sociale, al lavoro, all’istruzione e prende in giro gli italiani con riduzioni simboliche dei lauti stipendi di deputati, senatori e sottosegretari.

Un cittadino gravemente malato e non autosufficiente avrebbe diritto a 480,47 euro al mese d’indennità: con questa cifra dovrebbe sopperire alla carenza dell’offerta di servizi, assumere una badante in regola e curarsi per vivere al meglio. Sarebbe già una bella scommessa. Ora gli tolgono anche quello di cui avrebbe diritto. Solo per far quadrare i conti.

Sarebbe forse accettabile, se a tanta urgenza nel cercare di risparmiare sugli invalidi civili corrispondesse altrettanta sollecitudine nel ridurre i compensi di politici e amministratori pubblici o nel tassare i redditi dei più fortunati. Invece, nel Paese dove tutto funziona al contrario, si fa fronte alla crisi togliendo a chi ha di meno. Una ricetta alquanto opinabile”.

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