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Incidenti sul lavoro, una piaga senza fine

2 Maggio 2022
CGIL, CISL e UIL territoriali intervengono dopo l'esplosione del Primo Maggio alla Bormioli di Fidenza

Un ennesimo grave incidente sul lavoro si è purtroppo registrato anche ieri, nella giornata del 1 maggio, Festa dei lavoratori, alla Bormioli Rocco di Fidenza, dove tre operai di un'azienda esterna che stavano operando in una condotta del gas del sito industriale, a causa di una forte esplosione sono stati portati d'urgenza con l'elisoccorso all'ospedale Maggiore di Parma.

A soli due giorni dalla giornata mondiale della Sicurezza e della Salute sul Lavoro (World Day for Safety and Health at Work), che ricorreva il 28 aprile, le segreterie provinciali di CGIL, CISL e UIL devono ancora una volta denunciare come non vi sia fine a questa vera e propria piaga.

Da gennaio a marzo 2022 sono stati quasi 2500 gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail, con un aumento del +26% rispetto allo stesso periodo del 2021 e purtroppo si è registrato nel primo trimestre di quest’anno già un infortunio mortale. In totale sulla nostra provincia nel 2021 ci sono stati 16 morti sul lavoro.

È un fatto che la salute e sicurezza sul luogo di lavoro, che dovrebbero essere un diritto e una condizione intrinseca al lavoro stesso, finiscano per rappresentare un limite - quando non un ostacolo da rimuovere - in un contesto di forte destrutturazione delle filiere e di massimizzazione della produttività e del guadagno. Una condizione trasversale su tutto il nostro territorio, che riguarda ormai sia le aziende manifatturiere che i servizi, e che richiede - non bisogna mai smettere di ribadirlo - forti interventi sulla formazione e sulla cultura del lavoro.

Occorre migliorare le agibilità dei rappresentanti della sicurezza, investire sulla prevenzione, sulla formazione, sulla comunicazione, sulla crescita della cultura della sicurezza. E poi bisogna rafforzare vigilanza e controllo, è necessario assumere ispettori e medici del lavoro, investire sulla ricerca (incrementare il numero del personale degli enti preposti alla sorveglianza e al controllo), intervenire sul lavoro precario perché non sia sottoposto a ricatto, realizzare e dare forza ai rappresentanti alla sicurezza di sito in modo che possano intervenire sulla lunga catena degli appalti: tutte questioni non più rinviabili in un paese che sconta un ritardo inqualificabile. Chi lavora in appalto troppo spesso non è adeguatamente formato, perché i contratti nelle commesse rispondono alla logica del massimo ribasso e conseguentemente la sicurezza – concettualmente vista dalle imprese come un costo – è uno dei primi capitoli di “spesa” su cui intervenire e non investire.

CGIL, CISL e UIL già lo scorso anno hanno più volte chiesto al Governo un intervento forte ed importante presentando la richiesta di definire un Patto per la Salute e la Sicurezza dei luoghi di lavoro che prevedesse da subito l’istituzione di una Cabina di Regia Permanente alla Presidenza del Consiglio tra Governo e Parti Sociali per monitorare, ma soprattutto agire insieme.

Dopo una prima disponibilità data dal Governo, mosso sull’onda dell’emotività del grave incidente mortale occorso a Luana D’Orazio, di entrare nel merito delle proposte sindacali, non è più stato dato seguito al confronto nonostante svariate manifestazioni e iniziative a supporto delle richieste.

L’incidente occorso nella giornata di ieri non fa altro che sottolineare quanto invece ci sia la necessità di intervenire sul tema della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e come se non si cambia atteggiamento verso un'emergenza così importante – si parla di vite umane – il rischio è che si continuino a piangere i morti e i feriti, anziché permettere a ciascun lavoratore e lavoratrice di uscire di casa alla mattina per andare al lavoro ed avere la certezza di tornarvi alla sera.

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