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IL LAVORO SCONFIGGE LA PAURA: un manifesto per una cittadinanza condivisa

24 Novembre 2016
Sottoscritto in sede municipale da Sindacati confederali, Forum Interreligioso, Centro di Cultura Islamica, insieme a Consulta dei Popoli e Consigliere Comunale aggiunto del Comune di Parma, mira a isolare fondamentalismi e razzismi a partire dal mondo del lavoro

È stato sottoscritto oggi in sede municipale un inedito documento dal significativo titolo “Il lavoro sconfigge la paura”, un vero e proprio “manifesto”, frutto di diversi mesi di confronto tra sindacati confederali e mondo islamico del nostro territorio, che nasce dall’obiettivo – di assoluta attualità - di isolare, da una parte, fondamentalismo e radicalismo religioso e, dall'altra, razzismo e xenofobia, con l’ambizione di contribuire a costruire un modello di convivenza, integrazione e inclusione sociale a partire dal mondo del lavoro.

 “Questo manifesto – ha esordito la vicesindaco Nicoletta Paci – rappresenta un importante passo in avanti per superare le difficoltà quotidiane del nostro territorio in materia di integrazione: una azione significativa che si realizza soprattutto attraverso il lavoro e sul luogo di lavoro”.

Il “manifesto” si articola sostanzialmente in due parti: una premessa “valoriale”, che stabilisce come presupposto di fondo la condivisione dei principi che animano la nostra Costituzione, patrimonio comune di tutte le parti firmatarie; l’individuazione di una serie di “azioni positive”, da mettere in campo per perseguire l’obiettivo comune.

Il “manifesto” è promosso da CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con Forum Interreligioso, ed è condiviso dal Centro di Cultura Islamica e da tutte le principali comunità nazionali di fede musulmana presenti sul territorio. È inoltre condiviso dalla Consulta dei Popoli e dal Consigliere Comunale Aggiunto di Parma, Marion Gajda, oltre che patrocinato dal Comune di Parma stesso, che ha ritenuto di aderire all’idea di fondo da cui prende le mosse l’intera iniziativa: quella cioè secondo cui da sempre, nei momenti più bui della storia, la “comunità del lavoro” ha sempre fatto la propria parte, rappresentando un elemento fondante per abbattere i muri della diffidenza, della paura e dello scontro, oltre che un argine di civiltà capace di contribuire alla costruzione di una cittadinanza condivisa.

“Questo manifesto – ha detto Massimo Bussandri, segretario generale CGIL Parma – nasce dalla voglia di trovare una forma nuova e incisiva per reagire ai fenomeni di terrorismo e alle profonde paure da essi generate. L'obiettivo è isolare il fondamentalismo religioso e contemporaneamente combattere il razzismo. Si tratta di un progetto che comprende azioni concrete e non solo dichiarazioni di intenti”.

“La presenza necessaria dell'immigrazione per la nostra società – ha spiegato il segretario generale CISL Parma Federico Ghillani – è il punto di partenza di questo manifesto. Il lavoro è un potentissimo fattore di integrazione che fa incontrare le persone e le mette in contatto, oltre ad essere elemento fondante dell'autonomia e dignità delle persone. Il luogo di lavoro deve diventare luogo di cultura e coesione sociale”.

“Questo manifesto rappresenta un programma e un impegno – ha sottolineato  il segretario generale UIL Parma Mario Miano – che porteremo avanti nei mesi futuri. I luoghi di lavoro sono il posto privilegiato in cui verrà diffuso e discusso e ci auguriamo possa propagarsi anche in molte altre città del nostro Paese e servire da spunto”.

“Siamo orgogliosi e soddisfatti dell'attenzione - ha detto il rappresentante della Comunità Islamica di Parma e Provincia Mohamed Amin Attarki – che questa Amministrazione, anche attraverso il patrocinio a questo manifesto, pone nei confronti del tema dell'integrazione”.

Gli episodi di terrorismo, estremismo, fondamentalismo e le altrettanto pericolose reazioni razziste e xenofobe, di cui sempre più spesso leggiamo nelle cronache anche locali, sono dunque esattamente ciò che questo “manifesto” intende isolare e “disinnescare” a partire dai luoghi di lavoro, ad esempio prevedendo specifici momenti formativi, oltre che tavoli congiunti di monitoraggio composti dai rappresentanti di tutti i soggetti firmatari.

 

*****

 

MANIFESTO “IL LAVORO SCONFIGGE LA PAURA”

PREMESSA

Da anni le Organizzazioni sindacali confederali sono impegnate a dar voce, rappresentanza e tutela ai tanti immigrati che vengono nel nostro paese alla ricerca di lavoro e di opportunità di vita per le loro famiglie, con l'obiettivo di promuovere, sostenere e consolidare politiche attive di cittadinanza e inclusione sociale e lavorativa, e salvaguardare i lavoratori e le lavoratrici da eventi discriminatori, attraverso l’affermazione del principio di pari opportunità, cercando di rimuovere gli ostacoli che ne impediscono la realizzazione.

Nostri obiettivi prioritari sono stati da subito quelli di favorire l'occupazione eliminando le disparità nell'accesso al lavoro, garantendo il superamento delle condizioni negative che determinano  diseguaglianze tra i lavoratori, lo sviluppo di percorsi di inserimento sociale e professionale dedicati agli immigrati e soprattutto alle donne, a partire dalla considerazione del lavoro come vero strumento di riconoscimento tanto del valore della persona che della sua piena integrazione.

Più specificamente tramite le nostre associazioni e i nostri servizi per gli immigrati ci siamo impegnati a:

- promuovere politiche di democrazia partecipativa per evitare i rischi di esclusione sociale

- migliorare i sistemi di protezione sociale per diminuire il rischio di povertà e di emarginazione

- combattere la discriminazione multipla, in particolare nei confronti dell'età, del genere e delle appartenenze nazionali ed etniche

- prevenire e contrastare tutte le forme di violenza, in particolare quelle basate sul genere.

Nonostante il nostro impegno unito a quello di tanta società civile nel diffondere nel nostro Paese la cultura dell’integrazione e della convivenza, nella costruzione di una moderna società multiculturale, i recenti episodi inaccettabili di violenza fanatica e irrazionale che stanno scuotendo profondamente l’opinione pubblica rischiano di diffondere un clima di paura e di sfiducia, facendo riemergere spesso in modo irrazionale rigurgiti di xenofobia e di vero e proprio razzismo che si annidano nel sottofondo delle nostre comunità, culturalmente impreparate ad affrontare l’odierna sfida mondiale delle migrazioni.

Grande responsabilità in questo frangente è da attribuire anche alla incapacità dell’Europa, ed in particolare della sua classe politica attuale, di essere all’altezza di quei valori fondativi di libertà, uguaglianza e solidarietà che ne hanno segnato la storia migliore.

La mistificazione storica legata alla diffusa ignoranza delle radici della cultura islamica, unita alle deformazioni giornalistiche che tendono spesso a dare dell’Islam una visione prevalentemente violenta, fanatica e intollerante, dimenticandone spesso le enormi ricchezze culturali cui la nostra stessa civiltà ha attinto nei secoli, e deformando l’attuale prevalenza dell’Islam moderato nei paesi del mondo, rischiano oggi di peggiorare ulteriormente tale situazione.

Non di rado tale fenomeno si affaccia anche nei luoghi di lavoro, generando contrasti personali e comportamenti ostili che rischiano di configurare un vero e proprio scontro e rifiuto dell’altro in quanto diverso, avvertito come minaccia alla stessa convivenza civile, e compromettendo quella solidarietà del lavoro e sul lavoro che sostanzia l’agire sindacale.

Per testimoniare, in questo periodo scosso dalla violenza e dal terrorismo, il valore dell'esperienza di condivisione e di convivenza, riteniamo quindi importante sottolineare come solo la costruzione di una cittadinanza condivisa sia elemento fondante per abbattere i muri della diffidenza, della paura e dello scontro. Le nostre comunità possono e devono vivere in pace, nel rispetto delle differenze e dei diritti umani fondamentali, e la comunanza e la coesione, la reciproca conoscenza e il dialogo sono e devono essere l’antidoto vero contro la violenza, lo scontro, l’odio e il fanatismo.

Riteniamo dunque utile lavorare ad un patto pubblico di convivenza comune, per gli immigrati e per i parmigiani, desiderando assicurare a tutti una convivenza più sicura, più capace di contrastare la violenza e gli integralismi che stanno procurando ferite profonde nella nostra società e in tantissimi paesi.

Partendo da tali motivazioni le Organizzazioni sindacali confederali hanno ritenuto necessario affrontare questa emergenza culturale, dando inizio nella nostra città e nel suo territorio ad un percorso che, partendo da una maggiore conoscenza e dal rapporto diretto, possa aprire un’occasione di dialogo finalizzato alla elaborazione di un manifesto di valori positivi comuni, condivisi e riconosciuti, da porre a fondamento della convivenza e del rispetto reciproco, finalizzato alla diffusione tra i lavoratori e le lavoratrici negli ambienti di lavoro, con lo scopo di favorire il superamento delle paure che possono derivare dalla non conoscenza, che rischiano oggi di minare il processo di integrazione e la convivenza.

Il percorso, in prima istanza, si rivolge in particolare alle varie rappresentanze delle comunità islamiche presenti sul territorio, in ragione del fatto che i fanatismi e i terrorismi a percezione oggi prevalente hanno enormemente accresciuto l'islamofobia ed il razzismo e la xenofobia a matrice islamofoba.

Esso tuttavia vuole aprirsi fin da subito anche ad altre comunità religiose, culturali e nazionali comunque interessate a costruire sul territorio un modello di integrazione e convivenza a partire dalla comunità del lavoro.

PRINCIPI E VALORI CONDIVISI

Libertà, democrazia, fratellanza, pacifica convivenza e solidarietà sono valori costitutivi della nostra società, e devono essere patrimonio comune di italiani, nuovi italiani e stranieri residenti in Italia, laici e credenti, in qualsiasi fede religiosa si riconoscano. Questi valori vanno difesi e sviluppati in tutte le sedi pubbliche e private, nei luoghi di aggregazione e nei luoghi di lavoro.

I luoghi di lavoro, in particolare, costituiscono le sedi nelle quali cittadini e residenti di ogni etnia, cultura e religione contribuiscono alla formazione della ricchezza di un territorio e allo stesso tempo devono essere le sedi nelle quali si realizza la loro dignità di uomini, accomunati dalla stessa condizione e legati da vincoli di solidarietà.

Il lavoro dignitoso e la democrazia sono legati da un nesso inscindibile, sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana, e pertanto i lavoratori e le loro rappresentanze partecipano alla difesa dei valori democratici dentro e fuori dai luoghi di lavoro, come è stato in tutti i periodi più critici della storia della Repubblica.

Oggi, la difesa dei valori democratici nei luoghi di lavoro si traduce e sostanzia nell'azione quotidiana volta all'inclusione nei diritti e alla partecipazione di tutti i lavoratori alle scelte che li riguardano, senza distinzione di etnia, cultura e religione; nell'azione quotidiana volta a emarginare ogni strumentalizzazione razzista e xenofoba dei drammatici episodi legati al terrorismo internazionale; e nell'azione quotidiana volta a emarginare, e se necessario a denunciare alle competenti autorità, ogni deriva estremista di esaltazione dell'odio e della violenza e delle organizzazioni che li propagandano.

La difesa dei valori democratici fuori dai luoghi di lavoro si traduce nella reazione compatta della comunità del lavoro, delle rappresentanze del lavoro, delle sedi di aggregazione culturale e religiosa e delle comunità etniche e nazionali a fronte di ogni episodio di terrorismo e di ogni grave episodio di violenza, odio, razzismo e xenofobia. E si traduce nel favorire momenti pubblici di incontro, confronto, conoscenza e scambio culturale, nella convinzione che solo una società fondata sull'integrazione e sul reciproco rispetto possa sconfiggere i germi malsani di ogni fondamentalismo, politico o religioso, del razzismo e della xenofobia.

I principi e valori condivisi nel presente manifesto devono informare anche l'azione nei confronti dei rifugiati, che fuggono dalle guerre e dall'oppressione, dei quali va in ogni modo favorita l'integrazione nel tessuto sociale e civile e nella comunità del lavoro del territorio che li accoglie.

AZIONI POSITIVE

Premessa la condivisione dei principi e dei valori precedentemente esplicitati, i soggetti firmatari del presente manifesto si impegnano a sostenere congiuntamente le seguenti azioni positive:

  1. Promuovere la conoscenza nei luoghi di lavoro delle culture delle principali etnie e nazionalità occupate nel tessuto produttivo del territorio e favorire un modello di integrazione basato sulla convivenza, a partire dai luoghi di lavoro;
  2. Prevenire lo sviluppo di sentimenti razzisti e xenofobi, a partire dai luoghi di lavoro a conflittualità potenzialmente più alta, mediante la promozione di specifici momenti di confronto e di scambio culturale tra lavoratori italiani e lavoratori immigrati;
  3. In ragione del fatto che oggi gli episodi di terrorismo internazionale legati a Isis, Daesh, Al Quaeda, ecc. possono alimentare nella società e nella stessa comunità del lavoro sentimenti di islamofobia di intensità sicuramente maggiore del passato, prevedere almeno un'iniziativa d'incontro all'anno tra rappresentanti dei lavoratori del territorio e rappresentanti della cultura islamica (Moschea, Centro di cultura islamica, ecc.);
  4. Ad ulteriore specificazione dell'azione di cui al punto precedente, prevedere specifici momenti formativi rivolti ai rappresentanti dei lavoratori del territorio che intendano approfondire la conoscenza della cultura e dei costumi islamici e specifici momenti formativi rivolti agli appartenenti alla comunità islamica di Parma e alle principali comunità nazionali di fede musulmana che intendano approfondire la conoscenza della Costituzione repubblicana e dei suoi valori, con particolare riferimento al valore del lavoro e ai diritti dei lavoratori;
  5. Costituire un gruppo di monitoraggio dei fenomeni di odio, intolleranza, incitamento alla violenza, radicalismo, fondamentalismo, razzismo e xenofobia, con la partecipazione di tutti i soggetti firmatari del presente manifesto;
  6. Prevedere per i rifugiati corsi di prima formazione sui valori e principi costitutivi della società che li accoglie e costituire uno specifico gruppo di lavoro per analizzare le opportunità di inserimento e lavoro dei rifugiati stessi.

Resta inteso che le azioni positive di cui ai punti 3. e 4., qualora sperimentate con esito positivo, possano essere estese ad altre culture religiose e ad altre comunità nazionali, anche in considerazione di problematiche periodicamente riaffioranti (quali, ad esempio, i pregiudizi e sentimenti anti-ebraici che ancora oggi si manifestano in alcune zone  dell'Europa).

Per verificare lo stato di avanzamento periodico delle azioni e degli affidamenti contenuti nel presente manifesto viene istituito un Tavolo permanente “il lavoro sconfigge la paura”, composto da un rappresentante di tutti i soggetti firmatari e chiamato a riunirsi ordinariamente almeno una volta l'anno, fatta salva la necessità di convocazioni straordinarie.

 

Parma, 24 novembre 2016

CGIL

CISL

UIL

Centro Islamico di Parma e Provincia 

Consulta dei Popoli di Parma

Consigliere Comunale Aggiunto di Parma 

Forum Interreligioso  

Comunità Marocchina

Comunità Tunisina

Comunità Algerina

Comunità Pakistana 

Comunità Senegalese

Associazione Scanderbeg / Comunità Albanese

Comunità Camerunense

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