"Lungmirante e giusta la scelta di sostenere le famiglie reali"
La Cgil di Parma si associa alla Cgil Emilia-Romagna nel considerare la decisione della nostra Regione di promuovere, con la Legge Finanziaria 2010, il superamento di ogni discriminazione nell'accesso ai servizi regionali una scelta di giustizia e di civiltà.
Già da anni le normative sulla casa prevedevano l'esercizio di tale diritto con buoni risultati quanto a equità e riconoscimento delle condizioni di fatto delle famiglie più bisognose. L'attuale estensione agli altri servizi regionali è un atto di giustizia e di realismo, “in quanto – commenta Paolo Bertoletti, segretario generale Cgil Parma - riconosce i cambiamenti intervenuti nella nostra società e, fuori da discussioni astratte ed ideologiche, estende l'esercizio di diritti elementari di civiltà a cittadini finora oggetto di inaccettabili discriminazioni. Sarebbe auspicabile che anche i Comuni, e nella fattispecie quelli del nostro territorio, adottassero provvedimenti analoghi per le prestazioni di propria competenza”.
Ma la Regione ha fatto anche di più: nella Finanziaria ha aumentato di ben 20 milioni di euro la spesa sociale, portandola da 5 a 25 milioni di euro. “Un argine contro la povertà – aggiunge Bertoletti - che da tempo chiedevamo, e che servirà a dare ossigeno ai Comuni, compresi i nostri, messi in difficoltà dalle richieste di cassintegrati, disoccupati e da tutti coloro che hanno subito una riduzione del reddito”.
Le famiglie della nostra regione stanno infatti vivendo un periodo particolarmente difficile, dovuto agli effetti devastanti della crisi economica e al progressivo impoverimento dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Non è tempo di contrapporre l'ideologia della famiglia tradizionale alle condizioni delle famiglie reali della nostra regione. Bisogna aiutarle tutte, con equità ed equilibrio, estendendo i diritti e cercando di recuperare, per quanto possibile, i tagli inferti, in questo giorni, dal Governo nazionale proprio alle politiche sociali di sostegno alle famiglie.
Il fondo sociale destinato per il prossimo anno ai minori e alle famiglie è stato infatti tagliato dal Governo di quasi il 60%. Si tratta di una condizione insostenibile per la comunità regionale.