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Conti correnti: Federconsumatori stima un rialzo dei costi del 7%

10 Marzo 2023
Aumenteranno in particolare i costi fissi e le commissioni applicate alle operazioni

Marzo è già stato ribattezzato “il mese dei rialzi” in ambito bancario. I profitti degli istituti di credito volano come non accadeva da tempo grazie all'aumento dei tassi voluto dalla BCE, ma questo non si traduce in un aumento del tasso di rendimento dei depositi sui conti dei comuni cittadini. Federconsumatori Parma dunque ha fatto un’analisi dei costi che peseranno sul portafoglio dei cittadini. A partire dal mese di aprile diversi istituti aumenteranno il costo del conto corrente anche oltre il 7%. Aumenteranno in particolare i costi fissi e le commissioni applicate alle operazioni e agli strumenti collegati al conto corrente. Proprio pochi giorni fa, l'ufficio studi della Cgia di Mestre lanciava l'allarme; per colpa di una inflazione record, fra il 2022 e il 2023 i depositi delle famiglie italiane —valutati in termini di potere di acquisto — subiranno una sforbiciata da 163.8 miliardi di euro, partendo dai depositi per 1.152 miliardi di euro presenti nei conti correnti bancari e stimando che nel biennio considerato, l'inflazione crescerà di quasi il 15 per cento (+8,1 l'anno scorso e +6,1 quest'anno). L'esito emerso da questa elaborazione è pari a una patrimoniale nascosta che a ogni singolo nucleo familiare costerà mediamente 6.338 euro. «Ricordiamo ai cittadini — continua ancora Federconsumatori Parma— che gli aumenti di costo scattano automaticamente dopo tre mesi dall'invio da parte della banca della comunicazione di modifica unilaterale del contratto e li invitiamo a verificare quindi le condizioni proposte e contrattarne con le banche di migliori. Nel caso non si trovasse un accordo, è sempre possibile recedere dal contratto e trasferirsi presso un altro istituto senza costi aggiuntivi, e con tempistiche massime delle operazioni di chiusura conto di 12 giorni. Nella fase più difficile per le famiglie ed i cittadini del nostro Paese, alle prese con aumenti di tutti i tipi a fronte di salari bassi e stagnanti, ci sono parti dell'economia che proprio da quella crisi traggono giovamento. Il sistema bancario è tra questi”.

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