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Caro Sindaco…

30 Marzo 2015
Lettera aperta di Massimo Bussandri, segretario generale CGIL Parma, al sindaco Pizzarotti

“Caro Sindaco Pizzarotti,

mi permetta di considerare fuori luogo la sua reazione stizzita alla manifestazione di sabato scorso e di cogliere come un sintomo di debolezza la banalizzazione politica che Lei e il Suo movimento avete voluto fare della protesta.

In quella piazza c'erano genitori, famiglie, bambini, anziani, lavoratori dei servizi educativi e dei servizi sociali, dell'aeroporto e del Teatro Regio, non c'erano né bandiere né attivisti di partito; e quanto alla coerenza di chi ha votato la Legge di Stabilità e poi è sceso a protestare in piazza non è a noi che va chiesto conto.

Quel che è certo è che noi i tagli agli enti locali li abbiamo contestati lo scorso 16 ottobre a Bologna, lo scorso 25 ottobre a Roma e lo scorso 12 dicembre a Parma. Lei, che se non erro è il vice-presidente nazionale dell'Associazione dei comuni italiani, al nostro fianco non l'abbiamo mai vista. E a Lei chiediamo di non accettare quei tagli come un evento che ineluttabilmente deve portare al dimagrimento dei servizi, ma di avere il coraggio di disturbare i poteri forti, di inasprire la lotta all'evasione fiscale, di ricontrattare il debito del Comune con le banche.

Non vuole più incontrarci perché siamo scesi in piazza? Faccia come crede, ma certamente è singolare la Sua concezione della democrazia, in cui ai cittadini e alle associazioni di rappresentanza è chiesto solo di condividere, in silenzio, le Sue posizioni, e chi si lamenta è messo al bando. Vuole proposte concrete? Credo che la piazza di sabato scorso le abbia espresse, così come i temi di contrattazione sociale che da cinque mesi abbiamo vanamente posto alla Sua attenzione.

Noi rivendichiamo un sistema di welfare all'altezza della storia e dei bisogni di questa città, e su questo non molleremo di un millimetro. Quello che sabato si è coagulato è l'embrione di un “movimento per la difesa dello stato sociale” che a Parma sta nascendo al di fuori di ogni etichettatura politica e che non farà sconti a nessuno, né al Governo, né alla Regione, né alle amministrazioni locali.

Abbia l'avvedutezza di considerarlo un interlocutore, non un avversario da osteggiare”.

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