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Anche la pazienza dei pensionati ha un limite

24 Maggio 2008
Si ricorda che l’ASP del Comune di Parma, pur essendo stata la prima struttura della nostra provincia ad essere costituita con decorrenza giuridica che risale a un anno fa...

A seguito di richieste di convocazione varie, attese infinite, sollecitazioni e proposte rimaste inascoltate, i sindacati pensionati SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL devono purtroppo prendere atto delle difficoltà ad affrontare un confronto costruttivo sulle problematiche della rete di assistenza agli anziani con l’assessore ai servizi sociali del Comune di Parma Paolo Zoni.

I cittadini, pensionati e non solo, hanno il diritto di conoscere quali sono i motivi, non solo di metodo ma soprattutto di merito, da cui prende origine questa denuncia, e che cosa sta cambiando a Parma nel campo del sociale.

Qualcosa sembra contrastare con le buone intenzioni proclamate dal sindaco Vignali in campagna elettorale in merito al confronto con le forze sociali se, come si è verificato in questi ultimi mesi, il sindacato pensionati unitario, rappresentativo di una buona parte degli anziani della nostra città, viene sistematicamente trascurato dall’assessore ai servizi sociali. Il quale probabilmente preferisce confrontarsi con altri soggetti, così come i suoi colleghi con deleghe varie ai settori delle politiche sociali, e a precise richieste di confronto su tematiche importanti per la vita degli anziani non trova nemmeno il tempo di affrontare le questioni.

Metodo a parte - anche se va notato come non sia questo il modo migliore di presentarsi agli ex-lavoratori che hanno contribuito a costruire la tradizione di solidarietà di questa città -, esistono precise questioni di merito che i sindacati pensionati hanno cercato invano di mettere sul tavolo, sui binari di un percorso di relazioni sindacali già collaudato dal precedente assessore Guarnieri.

Il sindacato unitario dei pensionati innanzi tutto vorrebbe sapere quali sono i motivi che hanno indotto il Distretto di Parma, di cui il Comune di Parma è capofila, a produrre regolamenti di accesso ai servizi sociali diversi da quelli realizzati negli altri distretti. Le risorse del Fondo regionale per la non autosufficienza nel distretto di Parma vengono utilizzate con criteri restrittivi per i cittadini, cosa che non avviene negli altri distretti.

Inoltre, è a tutt’oggi ancora aperto il problema dei livelli di assistenza nella nuova ASP Ad personam, ex Iraia, già denunciato in più occasioni dal sindacato pensionati. Ad aggravare una situazione già difficile per gli anziani ospiti dell’ASP, per quanto riguarda il numero di ore di infermieristica, nelle scorse settimane la dirigenza di Ad personam ha ridotto anche le ore di assistenza in 3 reparti della struttura, provocando ulteriori disagi agli anziani e alle operatrici.

Si ricorda che l’ASP del Comune di Parma, pur essendo stata la prima struttura della nostra provincia ad essere costituita con decorrenza giuridica che risale a un anno fa, non ha ancora rinnovato le cariche dirigenziali e che il Comune di Parma, proprietario dell’Ente per oltre il 90% delle quote, è responsabile dei livelli di assistenza dell’ASP stessa.

Ma il sindacato pensionati vorrebbe, più in generale, che in questa città si potesse aprire un confronto ampio e sistematico su che cosa significa oggi per le famiglie di Parma dover assistere un anziano non autosufficiente, soprattutto quando, non trovando risposte adeguate e tempestive, si è costretti ad “arrangiarsi”, cercando una assistente familiare (badante), rivolgendosi ad una casa famiglia o mettendosi in lista di attesa per ottenere un posto in casa protetta.

Oggi la lista di attesa per un posto in ASP è passata da circa 90 a più di 300 persone. Sono segnali che dovrebbero fare riflettere tutti i soggetti pubblici e privati che a Parma si occupano di sociale. L’assessorato competente dovrebbe promuovere e non rifiutare il confronto e le proposte che il sindacato dei pensionati unitario esprime in rappresentanza di una parte consistente della popolazione anziana. Modalità questa che in passato ha funzionato e ha prodotto risultati di condivisione di progetti e scelte.

Ulteriori preoccupazioni proprio sul tema delle relazioni si prospettano infine, a fronte delle dimissioni (a quanto dice la stampa) del dirigente dell’assessorato che rappresentava per il sindacato un interlocutore tecnico spesso alternativo a quello politico. Le difficoltà aumentano e gli anziani aspettano.

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