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28 giugno, scioperano lavoratrici e lavoratori della giustizia. Chiedono al Ministro maggiori risorse, un piano di nuove assunzioni, la riqualificazione del personale già in servizio

26 Giugno 2019
I sindacati di categoria di CGIL, CISL e UIL: “Una giustizia efficiente passa dalla valorizzazione del personale”

Il prossimo venerdì 28 giugno anche a Parma le lavoratrici e i lavoratori della giustizia incroceranno le braccia per l’intera giornata. Chiedono al Ministro maggiori risorse, un piano di nuove assunzioni, la riqualificazione del personale già in servizio. Lo sciopero è proclamato unitariamente dai sindacati di categoria di CGIL, CISL e UIL, che rivendicano che “una giustizia efficiente passa dalla valorizzazione del personale”. 

La situazione generale

L’attuale dotazione organica del Ministero è di 43.658 unità ma attualmente ci sono 9.265 posti vacanti; nel 2018 ci sono state 2.217 unità in uscita e nel triennio 2019-2021 si stima un decremento di circa 5.000 unità, senza contare gli effetti della “Quota 100”.

È ragionevole affermare che nel 2021 il vuoto di organico sarà pari al 50% della dotazione organica.

Il personale in servizio ha un’età media di 57 anni ed è demotivato anche perché viene pagato meno degli altri lavoratori pubblici pur a fronte di sforzi continui per sopperire ai vuoti di organico.

A ciò si aggiunga che il Ministero si dimostra praticamente inerte sulle istanze dei lavoratori che chiedono: la riqualificazione professionale, maggiore formazione, nuove assunzioni, la stabilizzazione dei precari, più incentivi economici, sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, il rispetto degli accordi ed in generale il rispetto del lavoro.

Giova ricordare che la percezione della Giustizia da parte dei cittadini è legata anche alla efficienza delle strutture e per questo è necessario impegnare strumenti e risorse adeguate: solo così la Giustizia potrà realizzarsi quale diritto costituzionalmente garantito.

La situazione di Parma

Gli Uffici Giudiziari di Parma sostengono e garantiscono l'amministrazione della giustizia a favore di una comunità distribuita su ben 45 Comuni, in un contesto sociale complesso e in continuo mutamento.

Il numero dei processi civili e penali ad oggi pendenti è rilevante: in particolare, all’interno del Distretto della Corte di Appello di Bologna, Parma presenta la più elevata pendenza di cause civili.

Il tutto con l’organico del personale amministrativo in situazione di gravissime carenze: nel Tribunale la scopertura dei posti è pari al 20%della dotazione organica.

 

Senza una rapida svolta nelle politiche del personale non ci sarà alcun futuro per il servizio giustizia in Italia.

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