Protocolli
 
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C19

Il 6 aprile 2021 sono stati sottoscritti da parte della Cgil, unitamente alle altre sigle sindacali, con il Governo e le Associazioni Datoriali, l’Aggiornamento del Protocollo condiviso per il contenimento della diffusione del Covid-19 del 24/04/2020 e il nuovo Protocollo per la Vaccinazione Anti Covid nelle Aziende.

La Cgil esprime grande soddisfazione per la sigla contemporanea dei due protocolli, come da richiesta dello stesso sindacato e come era necessario che fosse, in relazione alla loro connessione alla fase attuale dell’emergenza.

Nonostante le difficoltà riscontrate nel corso del confronto, i punti più rilevanti avanzati dalla nostra Organizzazione stati introdotti.

Le due intese rappresentano quindi strumenti indispensabili per assicurare la sicurezza nei luoghi di lavoro, nella fase ancora difficile che il nostro Paese sta vivendo oltre che utili nella pianificazione degli interventi di prevenzione.

Nel merito:

  • nell’Aggiornamento 24 aprile 2020 al Protocollo condiviso Covid: è stata confermata la decisione di sospendere le attività di quelle aziende che non dovessero applicare tutte le procedure previste dal Protocollo per evitare i contagi,mantenendo così una clausola di salvaguardia È stato definito che per il rientro al lavoro dopo essere stati contagiati occorre un tampone molecolare negativo. È stata rafforzata e ampliata la possibilità del ricorso non solo al lavoro agile ma a tutte le forme di lavoro da remoto. Le mascherine da usare nei luoghi di lavoro “sempre”, sia al chiuso che all’aperto, sono quelle chirurgiche, o dispositivi di livello superiore (FFP2 e FFP3). Infine, per quanto riguarda le trasferte, entrano in vigore regole e procedure stringenti per tutelare al meglio lavoratori e lavoratrici.

L’intesa sul Protocollo Salute e Sicurezza sarà recepita, come fortemente richiesto dal sindacato, nel primo provvedimento legislativo che verrà emanato in merito all’emergenza, dando ad essa il rango di norma primaria.

  • Nel Protocollo vaccinazione in azienda: è stato espressamente previsto che la possibilità di elaborare e attuare piani vaccinali aziendali sia subordinata a quanto contemplato nel Piano nazionale elaborato dalla struttura commissariale; alle Indicazioni ad interim sulla materia che sono in via di emanazione (su alcuni punti è ancora in corso un confronto) e alla effettiva disponibilità delle dosi rispettando le priorità relative alle precedenze per età e stato di salute stabilite dai servizi sanitari regionali.

Il Piano prevede tre strade percorribili: si potrà vaccinare direttamente in azienda utilizzando il medico competente o operatori sanitari ingaggiati appositamente. Tutti dovranno effettuare un corso di formazione specifica e a loro sarà affidato anche il compito di acquisire il consenso informato dei lavoratori e delle lavoratrici che volontariamente si sottoporranno alla vaccinazione, e di interfacciarsi con il Sistema sanitario regionale. La seconda possibilità è quella della convezione con strutture private, la terza di ricorrere alle strutture territoriali dell’Inail. La vaccinazione avverrà esclusivamente seguendo il criterio della volontarietà e nel pieno rispetto della privacy. Il Servizio sanitario fornirà i sieri da inoculare e le siringhe per farlo, tutti gli altri costi saranno a carico delle aziende e il tempo impiegato per sottoporsi alla vaccinazione è equiparato all’orario di lavoro, senza formalità di tipo autorizzativo o certificativo.

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