21 FEBBRAIO: “NESSUNO ESCLUSO. IDEE E PROPOSTE PER UNA CONTRATTAZIONE INCLUSIVA NEL MONDO DEL LAVORO CHE CAMBIA”
È imprescindibile
per l'azione sindacale degli anni a venire lanciare una vasta campagna di
recupero di autorità contrattuale, che abbia come finalità quella di includere
i non rappresentati e i non organizzati. L'iniziativa deve esplicarsi
soprattutto nei confronti di quel 50% del mondo del lavoro, costituito
principalmente da giovani, che oggi il sindacato non rappresenta e non
organizza se non in minima parte.
I giovani sono
stati negli ultimi dieci-quindici anni un esercito di riserva, l'ultimo anello
della catena su cui scaricare i rischi e i costi della produzione per poi
diventare, all'occorrenza, lo strumento per mettere in discussione i diritti di
tutti. A esser più poveri sono oggi i giovani che più hanno studiato e che, per
la maggior parte, sono destinati a occupazioni precarie che nulla hanno a che
fare con le competenze acquisite durante gli anni di studio. Un vero e proprio
“declassamento della forza lavoro cognitiva” che passa per sottoretribuzioni,
anni di disoccupazione o sottoccupazione forzata, forme di lavoro eternamente
precarie, espulsione forzata dal mondo della ricerca o dell'insegnamento
attraverso la riduzione del perimetro dell'Università e della scuola pubblica.
Agli occhi di
questi lavoratori le battaglie contro la precarietà, tutte giocate sul piano
legislativo, sono talvolta risultate distanti e percepite come inefficaci.
Occorre dunque cambiare passo e sperimentare una contrattazione inclusiva che
sappia ricomporre la filiera dei diritti, sancire per tutti una giusta
retribuzione, individuare i nuovi diritti legati alla formazione,
all'autonomia, alla professionalità.
Anche per
arginare la crisi dell'azione sindacale sulle nuove generazioni è urgente
comprendere non solo come agire nei contesti più tradizionali di lavoro, ma
anche come includere nella rappresentanza e nella contrattazione le nuove
professioni, i precari e i disoccupati, cercando allo stesso tempo di
promuovere una qualificazione dei processi produttivi.
Alla precarietà e
alla flessibilità tradizionalmente “appannaggio” della forza lavoro giovanile
si aggiungono, anche nel nostro territorio, nuove precarietà che coinvolgono i
quarantenni e i cinquantenni, frutto delle espulsioni dai cicli produttivi
determinate dalla recessione e frutto di una rioccupazione spesso
materializzatasi in forme provvisorie se non addirittura occasionali.
Anche il sistema
degli appalti, già di per sé fonte di abusi e di possibili illegalità, per
effetto della crisi rischia di trasformarsi nel grimaldello attraverso il quale
comprimere i diritti e i salari di lavoratori spesso impiegati nell'attività
“core”.
Il sindacato deve
dunque sforzarsi di ricomporre un puzzle che rischia di diventare sempre più
complesso e sempre meno leggibile, e di costruire, pur senza pretesa di
completezza, un modello di contrattazione inclusiva, come peraltro previsto dal
Piano per il lavoro della CGIL e dall’"Appello per un piano del lavoro di
Parma e provincia" presentato a giugno scorso dalla Camera del Lavoro
Territoriale.
Per queste
ragioni la CGIL provinciale ha messo a punto un documento, che sarà presentato
e discusso il prossimo venerdì 21
febbraio, alle ore 16.00, nel
salone “Trentin” della Camera del Lavoro
di Parma in via Casati Confalonieri, 5/a, in una tavola rotonda dal titolo “Nessuno escluso. Idee e proposte per una
contrattazione inclusiva nel mondo del lavoro che cambia”.
L’evento, che si inserisce nell’ambito delle iniziative collegate al percorso
congressuale, vedrà Claudio Treves, segretario generale NIdiL CGIL, e Vincenzo Colla, segretario generale CGIL
Emilia-Romagna, dialogare con Giuseppe
Turani, giornalista economico e scrittore, e Alessandro Bosi, docente di Sociologia dell’Università di Parma. Il
dibattito sarà moderato da Mario Robusti,
giornalista di Parmaonline.