1 Febbraio – Ore 21:00 |
||
TEATRO AL
PARCO |
||
MORIR SI` GIOVANE E IN ANDROPAUSA |
||
Secondo appuntamento de Il futuro
del lavoro, iniziativa realizzata in collaborazione con Cgil, Cisl, Uil: un viaggio nella
generazione senza futuro, i giovani e il lavoro nell`era del precariato a
vita |
||
MORIR SÌ GIOVANE E IN ANDROPAUSA di Dario De Luca e Giuseppe Vincenzi Secondo il vocabolario italiano Treccani, giovane è colui “che è nell`età
giovane...che non ha ancora l`età per.. contrapposto a vecchio
(anagraficamente)”. E come Violetta, oggi è questa generazione che muore. Un progetto con canzoni dalle liriche semplici e con monologhi dal
linguaggio chiaro per una sintesi poetica che sia efficace, diretta, in
qualche modo quotidiana. Lo scopo? Portare in scena la voce di una collettività, evidenziare
bisogni e desideri di una generazione, quella dei trenta-quarantenni,
lasciati in mutande da una società gerontocratica e senza futuro. Con la
musica, le parole e una sana ironia. 1. Prologo (monologo) La OMO, fortemente voluta da Dario De Luca, è composta da Paolo Chiaia
(piano synth e armonica), Gianfranco De Franco (clarinetto, sax, flauti e
loop), Giuseppe Oliveto (trombone, flicorno, fisarmonica e conchiglie),
Emanuele Gallo (basso), Francesco Montebello (batteria e percussioni). Morir sì giovane e in andropausa è il loro primo spettacolo. GIUSEPPE VINCENZI Pianista, compositore, autore e ingegnere informatico, ha all’attivo sei
album di teatro-canzone. Nel 2010 la trasmissione radiofonica Diario di un
precario sentimentale, di cui è autore delle musiche, vince il Premio Massimo
Billi, Radio RAI3. Nel 2008 viene inserito nell`album “Note d`Autore”,
accanto a Giorgio Conte e S.LA.M. Project, con i brani Ipocrita per quieto
vivere e Internauta depresso. E’ finalista nel 2006 al Premio Mia Martini con
il brano Sopra un filo (Vincenzi/Silipo), cantato da Elisa Palermo. Nel 2003
con Francesco Silipo fonda il duo PianoCorti con il quale porterà in scena
numerosi spettacoli musicali. Sempre nel 2003 viene inserito nell`Antologia
Fonopoli "Parole in movimento" con il testo T`aspettavi che
dicessi. Scrive musiche per il teatro collaborando con il Centro RAT-Teatro
dell’Acquario, il Teatro della Ginestra, La Compagnia degli Untori e il
Teatro della Vicinanza ed è autore di colonne sonore per corto e
mediometraggi. È autore della trasmissione radiofonica CubaLibri - Un
cocktail di pensieri all’ora dell’aperitivo, andata in onda per due stagioni
(2008 e 2009) nel palinsesto di Radio Sapienza. Dal 2005 al 2007 è autore e
conduttore della rubrica internet PianoCortissimo, il podcast degli
artisti in Calabria. Per vivere svolge mansioni di ingegnere del software
presso il Groupe AUSY a Valbonne (Francia). DARIO DE LUCA RASSEGNA STAMPA La vena pop di Scena Verticale. Sempre a Castiglioncello sorprende la virata di Dario De Luca, fondatore
e anima con Saverio La Ruina del gruppo di Scena Verticale, che con Morir sì
giovane e in andropausa, atto unico in otto quadri e canzoni, calca le scene
come un front man di provata esperienza pop-rock, sostenuto con bella enfasi
dalla Omissis Mini Orchestra (canzoni e musica di Giuseppe Vincenzi). Il tema dello
spettacolo non tradisce la natura grintosa, impegnata e spesso di denuncia
che hanno i lavori di Scena Verticale �" qui dedicata alla gerontocrazia
che congela i giovani e condanna al limbo le generazioni di mezzo -, ma con
arguzia divertita, una fuga sonora con impeto rock. Se non ci resta che
ridere, sembra intendere De Luca, facciamolo con intelligente ironia, senza
abbassare la guardia.
l’Unità - Rossella Battisti - 13 luglio 2012 La dialettica a teatro può diventare godimento. Inquadrare il descritto
da renderlo traccia cutanea. Quando e se è efficace: non autoreferenziale,
universale e dilettosa. Che sciorini da un microfono, da un coro, o sia voce
di corpi, o artifici visuali contemplativi. Che venga veicolata dalla musica
o dettagliata grazie al canto. […] Infine Dario De Luca, di Scena Verticale, cambia decisamente il
registro del suo teatro e, appoggiandosi sulle parole di Giuseppe Vincenzi,
in Morir sì giovane e in andropausa - atto unico in otto quadri e canzoni -
riporta in auge in modo personale il teatro-canzone di gaberiana memoria per
parlare del tema attualissimo della precarietà. Parla e canta di tante cose
Dario, partendo proprio dai molti aspetti della sua condizione di attore,
precario, giunto ad un`età che manca decisamente di confini definiti. Parla e
canta quindi del concetto abusato di giovane, dell`età fragile dei
quarantenni dove nulla è certo, inventando neologismi per entrare di petto in
un periodo come il nostro, dove nulla può essere dato più per scontato. E
spesso lo fa partendo dalla sua Calabria, dove ancor più la morsa
dell`incertezza ha sempre condizionato il futuro di uomini e donne. Non tutto
il repertorio delle invettive è dello stesso livello, e qualche volta si
rischia la facile demagogia, ma la sincerità degli accenti, che si mescola
all`ostentato sarcasmo per una realtà non più sostenibile, rende lo
spettacolo accattivante e necessario. La Omissis Mini Orchestra, coinvolta
per l`occasione, asseconda perfettamente le intenzioni del protagonista,
producendosi anche in momenti di godibile teatralità.
Krapp’s Last Post, Mario Bianchi, 10 Luglio 2012. […] Abbiamo sentito Scena Verticale. Si, sentito perché “Morir sì
giovane… e in andropausa” proposto da Dario De Luca e la sua band è il primo
vero ritorno al genere del teatro canzone dalla morte di Gaber, che tenti di
andare oltre Gaber. E’ un primo passo, musicalmente interessante,
teatralmente da studiare per testi e pause, che fa scoprire un talento di De
Luca su cui non ci sentiamo di mettere, come nella trasmissione della
Dandini, il timbro “rifiutato dallo sponsor”. C’è coraggio in questa scelta.
Serve volare più in alto con i testi, lasciando da parte alcuni trucchi del
mestiere del teatro, perché Giorgio è sempre lì in alto che guarda. C’era
pure chi gli chiedeva il cd. Così terribile quindi per il pubblico non deve
essere stato. Certo per noi fottuti puristi e male lingue, un cambio di
rotta, una cosa così diversa... Ma vaffanculo sti critici: senza ardimento
non nasce il nuovo. Vai Dario! Serve più poesia e coraggio, però. Coraggio!
[…]
Krapp’s Last Post, Renzo Francabandera, 14 agosto 2012 |