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WCC, un calderone immobiliare senza capo né coda

1 Luglio 2010
Cgil Parma e FP Cgil Parma intervengono a proposito dell'annuncio relativo al nuovo asilo nido che l'Amministrazione comunale di Parma intende costruire nella cittadella di via Budellungo

In questi giorni abbiamo assistito all'ennesimo colpo di scena sul Welfare Community Center, con cui l’amministrazione comunale ha annunciato, a sorpresa, la realizzazione, all’interno dell’avveniristica cittadella per anziani di via Budellungo, di un nido con 78 posti. Un “Kinderheim”, nome anglosassone che, dietro l’apparente novità del termine, rischia, secondo la Cgil di Parma e la Funzione Pubblica Cgil provinciale, di generare solo nuova confusione su di un progetto ogni giorno più fumoso e indecifrabile.

 

Al di là dei sapienti annunci ad effetto, tuttavia, sarebbe utile capire quali scopi e modalità l’Amministrazione abbia in mente per giustificare la creazione di un asilo per l’infanzia, che dovrebbe contenere quattro sezioni da 0 a 3 anni, aperto dal lunedì al venerdì, il pomeriggio e la sera dalle 16 alle 22, oltre al sabato mattina.

 

Il WCC di via Budellungo nasce come una risposta alle necessità di riorganizzazione dell’ASP “Ad Personam”. Tra le critiche da molti avanzate al progetto vi è quella di assomigliare ad un ghetto per anziani (un contenitore per 434 ospiti): per scongiurare questo rischio, il quartiere va reso “vivo”, colmato di servizi, opportunità di relazioni. Fin qui nulla di male. I dubbi sopraggiungono quando si riflette sul merito dell’annuncio. “Innanzi tutto – spiega Sauro Salati, segretario generale della FP Cgil di Parma – viene spontaneo chiedersi perché il Comune abbia deciso di inserire questo nuovo servizio all’interno del progetto di finanza del WCC. Forse per renderlo più appetibile ai privati che dovranno sostenerne i costi, oltre che per mascherare agli occhi della città che un luogo in cui sono collocati centinaia di anziani è di fatto un cronicario”. “Inoltre, se si parla di servizi all’infanzia, viene da chiedersi quale logica educativa informi l’apertura di una struttura per bimbi piccoli che prevede aperture pomeridiane e serali e che somiglia molto di più ad un parcheggio. Ma con un nome così innovativo e accattivante non mancherà certo di trovare consensi sul mercato dei servizi…”.

 

“Sta di fatto – commenta ancora Salati - che la scelta di collocarvi un asilo rende certamente più realizzabile la più grande operazione immobiliare portata avanti negli ultimi cinque anni dall'Amministrazione comunale di Parma. Tutto questo in barba all'ASP, ai servizi educativi, agli utenti e cittadini di Parma. Qualche volta ci piacerebbe essere ascoltati perché portatori, come organizzazione sindacale, di istanze comuni e di un valore sociale in cui tante persone si riconoscono, nonostante le recenti accuse di anacronismo che lo stesso sindaco ci ha rivolto a commento del Congresso di Rimini”.

 

“Non possiamo in ogni caso tacere – aggiunge Valentina Anelli, segretaria confederale responsabile delle politiche educative della Cgil di Parma – che il progetto originario del WCC, semmai è esistito, viene costantemente stravolto con aggiunte che sembrano a dir poco improvvisate. Quest’ultima del “Kinderheim”, di cui non si era mai accennato prima, non fa che evidenziare una volta di più la speculazione edilizia che sta dietro alla creazione di questa “cittadella sociale”. Risulta difficile giustificare altrimenti un servizio educativo attivo dalle 16 alle 22. Crediamo che l'improvvisazione nella gestione dei servizi dedicati a bambini ed anziani non sia lo strumento migliore per andare incontro alle esigenze dei cittadini”. “Il sindacato – conclude Valentina Anelli – resta come sempre disponibile a ragionare su questi temi in un confronto che, tuttavia, deve essere supportato da una progettualità seria, non improvvisata e rispettosa delle persone, siano essi bambini o anziani. Una progettualità che vorremmo essere certi non rincorra unicamente il consenso spicciolo o, peggio ancora, gli imput dei privati”.

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