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Videorveglianza nei nidi e scuole d'infanzia, appello ai Senatori dalla FP CGIL

17 Dicembre 2018
Il ddl in discussione pensa di contrastare le condotte di maltrattamento o di abuso con l’installazione di telecamere nei luoghi di lavoro

La FP CGIL di Parma dice no alle telecamere nei nidi e nelle scuole dell’infanzia. Il ddl in discussione al Senato pensa di contrastare le condotte di maltrattamento o di abuso con l’installazione di telecamere nei luoghi di lavoro.

La videosorveglianza, secondo il sindacato di categoria della CGIL, toglie a priori la fiducia alle migliaia di lavoratrici e di lavoratori che si dedicano tutti i giorni con passione e dedizione al lavoro di tutela cura ed educazione dei nostri figli dando un servizio di alta qualità. Trasmette ai bambini e alle famiglie e all’opinione pubblica un messaggio distorto fondato sul sospetto generalizzato, compremettendo il clima di benessere e la spontaneità delle relazioni. Il benessere dei bambini passa anche attraverso il benessere di chi si occupa di loro.

Ciò che realmente occorre per migliorare e rendere più sicuro il servizio sono piuttosto le assunzioni e gli organici adeguati, contratti di lavoro dignitosi, partecipazione delle famiglie, coordinamento pedagogico e formazione permanente. Sono soprattutto necessari investimenti per rendere l’accesso agli asili nido e alle scuole dell’infanzia un diritto universalmente riconosciuto.

Forte di questa convinzione la Funzione Pubblica ha indirizzato ai Senari della Repubblica un appello per chiedere loro di non votare il provvedimento. Questo il testo:

"On. Senatori

È in discussione il DDL Atto Senato 897,concernente “Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori nei servizi educativi per l'infanzia e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale”.

Crediamo che dinnanzi a casi di violenza sull’infanzia in contesti di cura occorre non transigere. Su questo pensiamo ci sia un sentire comune.

Tuttavia, reputiamo che la scelta di ricorrere a sistemi di video sorveglianza, preventivamente dedicati, prevista dal DLL in questione contraddice i valori e la cultura cui si ispirano i servizi ai quali sono affidati i bambini tra 0 e 6 anni.

Infatti crediamo che:

Per questo pensiamo che per prevenire non solo i maltrattamenti, ma anche relazioni poco positive all'interno di contesti educativi occorre che il personale possa svolgere la sua attività  in un clima sereno, dove le condizioni di lavoro siano tutelate da norme che garantiscano un rapporto adulto/bambino agibile; vi sia una formazione costante e di qualità; dove un coordinamento pedagogico  valuti e controlli la qualità  della relazione educativa all’interno dei nostri Servizi, anche al fine di prevenire possibili abusi.

Gli strumenti più appropriati per raggiungere questo scopo e cui va data la priorità all’interno del DDL sono:

Il personale deve avere un titolo di studio adeguato e una formazione permanente utile a mantenere attiva la consapevolezza del ruolo che gli compete e della responsabilità legata all’esercizio dell’attività svolta. Deve essere mantenuto il rapporto educatore/bambini entro limiti tali da garantire una compresenza adeguata Il personale assente deve essere sostituito.

Più nel complesso sarebbe giusto dedicare le pur limitate risorse messe a disposizione dal DDL alle misure più appropriate (pure previste) o più in generale al potenziamento di questi servizi e non alla videosorveglianza.

Crediamo infine, alla luce delle argomentazioni che abbiamo esposto, che le telecamere non siano una soluzione appropriata per i problemi che il legislatore intende risolvere e che le relative norme vadano stralciate dal DDL in discussione".

 

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