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Vicenda Deko, lo scarica-barile del sindaco di Medesano

7 Settembre 2010
Fillea Cgil e Filca Cisl rispondono alle critiche di indiffernza mosse al sindacato e ricostruiscono il loro impegno nella vicenda

La Fillea Cgil e la Filca Cisl  provinciali desiderano rispondere punto su punto alle critiche rivolte dal sindaco di Medesano, Roberto Bianchi, nell'articolo dello scorso 4 settembre relativo alla vicenda Deko comparso sull’Informazione di Parma.

 

Chi, come i sindacati di categoria, ha seguito quotidianamente le vicende della Deko può fare un racconto ben diverso di come sono andate le cose in questi anni. Innanzi tutto, va ricordato che Deko avrebbe chiuso i battenti nel 2006 se Estel allora non l'avesse rilevata investendo somme consistenti, come citato nella biografia dell'azienda che compare sull'Informazione nella stessa pagina in questione.

 

Va poi precisato che negli anni 2007 e 2008 il sindacato ha negoziato con assiduità e ottenuto il mantenimento dei livelli occupazionali, investimenti come l'acquisto di moderni macchinari, il trasferimento di lavorazioni di nuove linee di poltrone per ufficio prima prodotte in Estel. Questa relazione continua tra RSU, sigle provinciali e direzione aziendale ha prodotto come risultato positive performance di bilancio in anni nei quali il settore dell'arredamento già versava in profonda crisi.

 

Neanche l'affermazione fatta dal sindaco sugli investimenti pubblicitari è corretta, visto che i cataloghi dei prodotti sono stati tutti rinnovati a fine 2008.

 

La situazione è precipitata ad autunno 2009, quando il gruppo di cui Deko faceva parte (per un totale di oltre 600 dipendenti) ha avviato un percorso di riorganizzazione e forte riduzione dei costi. In questo contesto i lavoratori di Deko, come quelli di altre controllate del gruppo su tutto il territorio italiano, sono entrati in cassa integrazione ordinaria, trasformata a dicembre scorso in Cig straordinaria (stessa sorte toccata ai colleghi di Estel già dal settembre 2009).

 

Tutto ciò dopo che per lo stabilimento di Medesano si era negoziato e ottenuto, ad opera di Fillea, Filca e RSU, un accordo, datato 23 luglio 2009, sulla miglior gestione del lavoro straordinario ed una più equa distribuzione dei carichi di lavoro delle maestranze, introducendo trattamenti di miglior favore per i dipendenti rispetto al Ccnl vigente.

 

Tra le inesattezze attribuite al sindaco dall’articolo vi è quella relativa all’acquisto, da parte dell’Amministrazione, di arredi per la nuova sala civica, il cui appalto non è stato affidato alla Deko, bensì ad un’altra azienda.

 

Alle prime avvisaglie di crisi nell'autunno del 2009 sono stati gli stessi sindacati di categoria a chiedere un incontro al sindaco per coinvolgerlo nella vicenda e ricevere tutto il sostegno possibile. Primo ad essere contattato è stato anche il primo a mostrarsi rinunciatario verso possibili azioni per mantenere la Deko a Medesano.

 

A quel punto chi ha cercato un possibile acquirente che garantisse il mantenimento dell'azienda nel Comune? I sindacati ci hanno quanto meno provato. Chi ha chiesto rilevanza sugli organi d'informazione alle mobilitazioni dei lavoratori con la speranza che non cadessero nel vuoto e sotto silenzio? I sindacati l’hanno fatto. Inoltre, mentre nessun interesse veniva mostrato dall’Amministrazione comunale al tentativo di impedire lo smantellamento dell'azienda, contemporaneamente i sindacati dovevano lottare per ottenere le migliori condizioni d'uscita possibili e per garantire un futuro di ricollocabilità a chi avrebbe perso il lavoro.

 

In sostanza, nell'analisi fatta dal sindaco riguardo alla storia degli ultimi anni di vita dell'azienda, l'unica cosa che risponde a verità è lo smantellamento della rete commerciale a seguito dell'accorpamento della funzione presso gli uffici della capogruppo. Questo sicuramente ha generato una diminuzione di autonomia di Deko dalla casa madre, e da sempre è stato per sindacati e RSU motivo di preoccupazione, ma prevedere nel 2007 che si sarebbe arrivati alla chiusura sarebbe stata una profezia da veggente.

 

Spiace leggere come un sindaco critichi lavoratori e sindacato con facili analisi a posteriori. E se il sindaco ritiene di dover rigirare ad altri un'accusa d'indifferenza mossagli dai lavoratori (quasi tutti cittadini di Medesano), sgravandosi poi la coscienza devolvendo il gettone di presenza di una giornata di Consiglio Comunale (pari a complessivi 339,83 euro), somma rifiutata dai lavoratori in quanto reputata elemosina, evidentemente in cuor suo non sente di aver fatto il possibile e cerca lo scarica-barile. Purtroppo è un’attività sempre più di moda.

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