Il sindacato di categoria attende l'incontro del 28 settembre
Dopo le mobilitazioni avvenute nel mese di luglio che hanno coinvolto tutte le sedi TAS (Bologna, Roma, Milano, Siena, Verona, Parma), a fronte dell'annuncio dell'Azienda di chiudere la sede di Parma e trasferire circa 90 dipendenti a Milano e Bologna, il primo di settembre si è tenuto un incontro tra organizzazioni sindacali, azienda ed Enti locali presso la Regione Emilia-Romagna.
L'incontro, richiesto dalle Organizzazioni sindacali, si è concluso con l'impegno delle istituzioni a valutare tutti gli strumenti utili e necessari per evitare la chiusura della sede di Parma, con l'impegno dell'azienda a sospendere le procedure di trasferimento in attesa di una nuova convocazione e di incontrare le organizzazioni sindacali al fine di approfondire soluzioni alternative.
Lo scorso 7 settembre si è pertanto svolto un primo incontro, nel corso del quale l'azienda ha continuato a sostenere la necessità di chiudere la sede di Parma e procedere al trasferimento dei dipendenti.
Le organizzazioni sindacali di categoria (FIOM CGIL di Parma, Bologna e Roma) e il coordinamento delle RSU aziendali, da parte loro, ponendo come condizione il mantenimento della sede di Parma e di tutti i posti di lavoro, hanno indicato come intervenire per una razionalizzazione dei costi della sede, hanno proposto percorsi di riqualificazione e formazione per i lavoratori e si sono rese disponibili a discutere del ricorso ad ammortizzatori sociali conservativi del posto di lavoro in caso di perdurante contrazione di ordini; sono anche state proposte diverse modalità di svolgimento dell'attività lavorativa.
A fronte di quanto sopra l'azienda ha chiesto di aggiornare la discussione ad un nuovo incontro fissato per il 21 settembre al quale si è presentata con il solo direttore delle risorse umane il quale ha comunicato che, non essendoci elementi di novità, la posizione aziendale resta invariata; è stata quindi confermata l'indisponibilità ad entrare nel merito delle proposte avanzate.
In ragione di quanto sopra, qualora durante il prossimo incontro al tavolo istituzionale, già previsto per il 28 settembre, non dovesse concretizzarsi una soluzione che garantisca il mantenimento della sede di Parma con gli attuali livelli occupazionali, nonché prospettive produttive ed occupazionali per tutti i dipendenti del gruppo, sarà necessario riprendere con ancora più forza la mobilitazione.