Intervento sulla presenza delle mafie a Parma di Lisa Gattini, segretaria generale FILLEA CGIL Parma e di Fabrizio Ghidini, segretario confederale CGIL Parma
“Negli ultimi giorni,
sull'onda dell'appello della Fondazione Caponnetto che ha trovato, giustamente,
ampio spazio sulla stampa locale, si è avviato un confronto pubblico tra
esponenti di diverse forze politiche. Giudichiamo positivamente questo
interesse e ci aspettiamo dai partiti che alle dichiarazioni pubbliche seguano
conseguenti comportamenti all'interno delle istituzioni perché l'impegno per la
legalità, oltre che dall'affermazione di intenzioni e di valori, è dato
dall'impegno e dalla pratica quotidiana. Ci aspettiamo inoltre che questa
comunanza di intenti possa tradursi in tempi brevi in azioni e in scelte di
carattere politico-amministrativo su tutto il territorio.
In poche ore abbiamo
assistito a: il sequestro da parte della magistratura dell'Immobiliare sita in
Bassa dei Magnani 3 legata ad un clan dei Casalesi; il rogo, a Reggiolo, dei
camion di una società con sede a Cutro; a Torricella di Sissa una cava è
oggetto di un incendio che interessa alcuni mezzi e che si propaga agli uffici.
Il titolare dichiara di non avere nessuna idea delle cause dell'evento e prende
le distanze da connessioni con l'ambito genericamente definito mafioso. Non
abbiamo motivi per non credergli e saranno gli organi inquirenti a stabilire i
fatti. Di contro non avevamo neanche motivi per supporre che una primaria
azienda del parmense con oltre 500 dipendenti, sempre del settore delle
costruzioni, venisse coinvolta nell'ambito delle indagini dell’antimafia
all'expo di Milano e che venisse raggiunta da un’interdittiva della Procura
della Repubblica di Milano. Ma è successo . E questo ci dice quanto di
difficile lettura sia il fenomeno e che la parte visibile di esso sia solo la
classica punta dell'iceberg.
Senza dubbio il settore delle
costruzioni è il settore più esposto ma sbaglieremmo, ancora una volta, se
pensassimo solo ad esso o se facessimo finta di non vedere il ruolo svolto da
società di copertura e da professionisti. La spaventosa crisi di liquidità, che
è oggi il cavallo di troia delle mafie, è un fenomeno generale. Occorre che si
allentino i vincoli del patto di stabilità che hanno congelato i pagamenti alle
aziende da parte della pubblica amministrazione, è indispensabile che le banche
tornino a finanziare la produzione d'impresa.
Anche a Parma, cosa impensabile
fino ad alcuni anni fa e dunque non compresa fino in fondo dall'opinione
pubblica, in edilizia, nei servizi, nei trasporti e nella logistica lo
sfruttamento del lavoro, attraverso il caporalato, rappresenta un terreno di
infiltrazione della criminalità organizzata. Si utilizza il lavoro nero, ma
sempre più spesso si ricorre, sfruttando una normativa lacunosa, a finte
cooperative che operano nel mondo in espansione dell'appalto di servizi nelle
aziende private.
A livello provinciale sono
operativi due Protocolli di legalità sottoscritti in Prefettura dalle
principali istituzioni e dalle forze sociali, uno riguarda i settore edile e l'altro il settore dei
servizi: entrambi contengono prescrizioni molto importanti sotto il profilo
della tutela dei diritti dei lavoratori e di conseguenza garantiscono
equilibrio nella concorrenza tra imprese. Per il sindacato non c'è dubbio che
essi rappreseniano uno strumento fondamentale per affermare la legalità e
contrastare le mafie e auspichiamo che vada a buon fine il lavoro in corso,
supportato dalla Prefettura e dalla Provincia per rendere più incisiva ed
estesa la loro concreta applicazione da parte delle stazioni appaltanti
pubbliche e private.
Abbiamo anche intrapreso un
confronto con la nuova Amministrazione comunale, con alcuni assessori e con il
presidente del Consiglio Comunale e il nostro intendimento è che il Comune di
Parma produca a breve alcuni atti che ridiano ruolo, in tema di legalità, al Comune
capoluogo.
Abbiamo, sempre insieme alle
altre sigle sindacali, chiesto alla Camera di Commercio di intraprendere una
strada già avviata a Modena e Reggio Emilia, dove a breve apriranno uno “sportello
legalità”.
Ma il lavoro istituzionale
non è l'unico terreno di lavoro anche se forse è il più visibile.
Esiste un lavoro, discreto
quanto fondamentale, svolto da associazioni di volontariato, in molti casi
aderenti a Libera, sulla formazione dei giovani e dei ragazzi alla legalità e alla
promozione di una cultura antimafia. Esiste un lavoro prezioso svolto nelle
scuole dagli insegnanti. L'impegno diretto di Libera stessa.
Infine ricordiamo l'attività
sindacale contrattuale quotidiana fatta di accordi, di vertenze individuali e
collettive, di denunce agli enti ispettivi e di azioni legali.
Ci auguriamo che la consapevolezza
sul fenomeno mafie a Parma possa finalmente essere considerata come un dato
acquisito a prescindere dalle appartenenze e dai ruoli; il silenzio e la
sottovalutazione come abbiamo sempre ostinatamente sostenuto non aiutano e il
confine con l'omertà è un confine incerto.
Regioni con noi confinanti,
che hanno voltato la testa dall'altra parte per tanto tempo, stanno avendo
nell'ultimo periodo un triste risveglio. Noi dobbiamo reagire in tempo. Ora.”