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“Valori etici e concretezza contro le mafie a Parma”

10 Novembre 2012
Intervento sulla presenza delle mafie a Parma di Lisa Gattini, segretaria generale FILLEA CGIL Parma e di Fabrizio Ghidini, segretario confederale CGIL Parma

“Negli ultimi giorni, sull'onda dell'appello della Fondazione Caponnetto che ha trovato, giustamente, ampio spazio sulla stampa locale, si è avviato un confronto pubblico tra esponenti di diverse forze politiche. Giudichiamo positivamente questo interesse e ci aspettiamo dai partiti che alle dichiarazioni pubbliche seguano conseguenti comportamenti all'interno delle istituzioni perché l'impegno per la legalità, oltre che dall'affermazione di intenzioni e di valori, è dato dall'impegno e dalla pratica quotidiana. Ci aspettiamo inoltre che questa comunanza di intenti possa tradursi in tempi brevi in azioni e in scelte di carattere politico-amministrativo su tutto il territorio.

In poche ore abbiamo assistito a: il sequestro da parte della magistratura dell'Immobiliare sita in Bassa dei Magnani 3 legata ad un clan dei Casalesi; il rogo, a Reggiolo, dei camion di una società con sede a Cutro; a Torricella di Sissa una cava è oggetto di un incendio che interessa alcuni mezzi e che si propaga agli uffici. Il titolare dichiara di non avere nessuna idea delle cause dell'evento e prende le distanze da connessioni con l'ambito genericamente definito mafioso. Non abbiamo motivi per non credergli e saranno gli organi inquirenti a stabilire i fatti. Di contro non avevamo neanche motivi per supporre che una primaria azienda del parmense con oltre 500 dipendenti, sempre del settore delle costruzioni, venisse coinvolta nell'ambito delle indagini dell’antimafia all'expo di Milano e che venisse raggiunta da un’interdittiva della Procura della Repubblica di Milano. Ma è successo . E questo ci dice quanto di difficile lettura sia il fenomeno e che la parte visibile di esso sia solo la classica punta dell'iceberg.

Senza dubbio il settore delle costruzioni è il settore più esposto ma sbaglieremmo, ancora una volta, se pensassimo solo ad esso o se facessimo finta di non vedere il ruolo svolto da società di copertura e da professionisti. La spaventosa crisi di liquidità, che è oggi il cavallo di troia delle mafie, è un fenomeno generale. Occorre che si allentino i vincoli del patto di stabilità che hanno congelato i pagamenti alle aziende da parte della pubblica amministrazione, è indispensabile che le banche tornino a finanziare la produzione d'impresa.

Anche a Parma, cosa impensabile fino ad alcuni anni fa e dunque non compresa fino in fondo dall'opinione pubblica, in edilizia, nei servizi, nei trasporti e nella logistica lo sfruttamento del lavoro, attraverso il caporalato, rappresenta un terreno di infiltrazione della criminalità organizzata. Si utilizza il lavoro nero, ma sempre più spesso si ricorre, sfruttando una normativa lacunosa, a finte cooperative che operano nel mondo in espansione dell'appalto di servizi nelle aziende private.

A livello provinciale sono operativi due Protocolli di legalità sottoscritti in Prefettura dalle principali istituzioni e dalle forze sociali, uno riguarda i  settore edile e l'altro il settore dei servizi: entrambi contengono prescrizioni molto importanti sotto il profilo della tutela dei diritti dei lavoratori e di conseguenza garantiscono equilibrio nella concorrenza tra imprese. Per il sindacato non c'è dubbio che essi rappreseniano uno strumento fondamentale per affermare la legalità e contrastare le mafie e auspichiamo che vada a buon fine il lavoro in corso, supportato dalla Prefettura e dalla Provincia per rendere più incisiva ed estesa la loro concreta applicazione da parte delle stazioni appaltanti pubbliche e private.

Abbiamo anche intrapreso un confronto con la nuova Amministrazione comunale, con alcuni assessori e con il presidente del Consiglio Comunale e il nostro intendimento è che il Comune di Parma produca a breve alcuni atti che ridiano ruolo, in tema di legalità, al Comune capoluogo.

Abbiamo, sempre insieme alle altre sigle sindacali, chiesto alla Camera di Commercio di intraprendere una strada già avviata a Modena e Reggio Emilia, dove a breve apriranno uno “sportello legalità”.

Ma il lavoro istituzionale non è l'unico terreno di lavoro anche se forse è il più visibile.

Esiste un lavoro, discreto quanto fondamentale, svolto da associazioni di volontariato, in molti casi aderenti a Libera, sulla formazione dei giovani e dei ragazzi alla legalità e alla promozione di una cultura antimafia. Esiste un lavoro prezioso svolto nelle scuole dagli insegnanti. L'impegno diretto di Libera stessa.

Infine ricordiamo l'attività sindacale contrattuale quotidiana fatta di accordi, di vertenze individuali e collettive, di denunce agli enti ispettivi e di azioni legali.

Ci auguriamo che la consapevolezza sul fenomeno mafie a Parma possa finalmente essere considerata come un dato acquisito a prescindere dalle appartenenze e dai ruoli; il silenzio e la sottovalutazione come abbiamo sempre ostinatamente sostenuto non aiutano e il confine con l'omertà è un confine incerto.

Regioni con noi confinanti, che hanno voltato la testa dall'altra parte per tanto tempo, stanno avendo nell'ultimo periodo un triste risveglio. Noi dobbiamo reagire in tempo. Ora.”

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