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Trattativa rinnovo contratto cooperazione sociale, disappunto per la lentezza del confronto

21 Dicembre 2018
FP CGIL, nelle assemblee forte richiesta di accelerazione

Il 19 e il 20 dicembre si sono svolte anche a Parma le assemblee indette dalla FP CGIL sulla trattativa per il rinnovo del  contratto nazionale della cooperazione sociale, applicato a circa 400 mila lavoratori che si occupano dei servizi alla persona, i servizi socio-sanitari-assistenziali-educativi, cioè quelle lavoratrici e quei lavoratori che ogni giorno svolgono servizi pubblici essenziali e fondamentali per tutti noi.

Nel corso delle assemblee (svolte in concomitanza su tutto il territorio nazionale) le lavoratrici e i lavoratori hanno votato un ordine del giorno in cui si chiede un'accelerazione della trattativa che porti  in breve tempo ad un rinnovo del contratto, scaduto da ormai 6 anni, e ad un avanzamento dei diritti e dei salari di queste lavoratrici e lavoratori del sociale.

Questo l'ordine del giorno:

RINNOVO CCNL COOPERAZIONE SOCIALE

Le lavoratrici e i lavoratori della cooperazione sociale di Parma riuniti in assemblea il 19 e 20 dicembre 2018 per discutere lo stato della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro esprimono disappunto per la lentezza con cui da due anni si trascina il confronto e per la mancanza di risposte che ciò comporta.

C’è una inaccettabile e colpevole sottovalutazione della rabbia e del malcontento che esiste fra le lavoratrici e i lavoratori del comparto, stanchi di essere i figli di un dio minore del welfare del nostro paese, pagati meno e con meno diritti dei colleghi con cui spesso lavorano gomito a gomito.

Le lavoratrici e i lavoratori rivendicano aumenti salariali degni di questo nome, non inferiori a quelli già ottenuti nei settori pubblici e privati del welfare, ed un giusto riconoscimento per il tempo trascorso dalla scadenza del contratto ad oggi.

C’è da fare tanto e in fretta, per dare la giusta dignità a operatori che sempre più spesso devono combattere con violazioni contrattuali, quote sociali che talvolta sono solo una tassa per avere un posto di lavoro; per dare risposte agli educatori cui viene imposto di acquisire un titolo pagando una fortuna salvo poi essere sottoinquadrati.

Ci sono da cancellare le notti passive, c’è da arginare un utilizzo del part-time verticale scorretto, ci sono da migliorare le regole in caso di cambio d’appalto.

Il contratto dev’essere l’occasione per Sindacati e Centrali per combattere comportamenti padronali che contraddicono la natura stessa della cooperazione sociale, facendola apparire talvolta totalmente snaturata.   

Per tutti questi motivi è grave la decisione di cancellare la nonstop originariamente fissata per questi giorni: perché è difficile comprendere quali possono essere le priorità che sono preordinate a questa.

Per tutti questi motivi vanno messe in campo da subito e con la massima unità possibile le indispensabili iniziative di una progressiva e lunga  mobilitazione tesa a cambiare l’inerzia del confronto, per fare comprendere ai datori di lavoro che le lavoratrici e i lavoratori non sono più disponibili ad accettare la situazione in essere.

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