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Teleriscaldamento: ARERA fa chiarezza con un’indagine sui costi

8 Novembre 2022
Federconsumatori Parma torna a chiedere un confronto sul metodo tariffario

 

Il tema dei costi per gli utenti del teleriscaldamento è ormai da tempo al centro di un intenso dibattito nella nostra città in virtù del fatto che IREN, la cui rete serve 35.000 residenti, ha fatto schizzare le tariffe legate al costo del gas, nonostante utilizzi per il 70% il calore generato dal termovalorizzatore.

Federconconsumatori, non da sola, sta sollecitando una revisione del metodo tariffario, per allinearlo ai reali costi di produzione (metodo del “cost plus”) abbandonando l’attuale sistema agganciato al costo del gas e al cosiddetto metodo dei “costi evitati”, ovvero un prezzo fissato in modo tale da riflettere la spesa che l’utente avrebbe sostenuto se avesse utilizzato un sistema di climatizzazione alternativo; un calcolo, laddove l’impianto va solo parzialmente a gas, che avvantaggia il gestore, a danno dell’utente.

A fare chiarezza sulla questione è fresca di pubblicazione l’Indagine conoscitiva sull’evoluzione dei prezzi e dei costi del teleriscaldamento di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti, Ambienti) che, sull’onda dei pesanti rincari delle tariffe, ha ritenuto indispensabile dare una risposta ai tanti interrogativi che erano stati sollevati.

Interrogativi che, leggendo gli esiti dell’indagine, erano tutt’altro che peregrini.

Scrive infatti ARERA che “i prezzi applicati dagli esercenti del servizio di teleriscaldamento sono risultati in genere superiori al costo di erogazione di un servizio equivalente tramite caldaia a gas” e ancora “per quanto riguarda i prezzi, in alcune reti, caratterizzate da un significativo utilizzo di impianti di termovalorizzazione (...) si è determinata una divaricazione tra costi e ricavi del servizio in quanto, all’incremento dei ricavi, non è seguita una corrispondente crescita dei costi variabili di produzione”.

L’indagine ha tanti altri punti interessanti, laddove ad esempio certifica i costi altissimi per l’utente che volesse staccarsi dalla rete di teleriscaldamento, rendendola di fatto un’ipotesi puramente teorica, oppure quanto definisce la rete di teleriscaldamento un monopolio naturale.

Per queste ragioni ARERA, al fine di assicurare l’equità dei prezzi del servizio, valuterà l’introduzione di una regolazione “cost reflective” delle tariffe.

Nel frattempo ci sono stati gestori di teleriscaldamento che hanno già operato un abbassamento generalizzato delle tariffe e ci sono stati Comuni (Ferrara, per rimanere in ambito regionale) che hanno contrattato con il gestore del servizio una revisione del metodo tariffario, anticipando le conclusioni di ARERA.

A Parma finora non si è mosso nulla, tranne l’introduzione, certamente importante, del Bonus per gli utenti a basso reddito, frutto di un confronto tra le associazioni dei consumatori e IREN.

Ma non basta, occorre affrontare la questione alla radice, Federconsumatori lo richiede nuovamente a IREN e al Comune di Parma.

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