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Tas, ora la mobilità

27 Aprile 2012
Si riaccendono i riflettori sulla vertenza dell'ex Data Systems

Il Coordinamento Rsu Tas e le segreterie Fiom Cgil di Bologna, Parma e Roma tornano a richiamare l’attenzione sulla vertenza Tas (ex data Systems). Dopo due anni di contratto di solidarietà, ad ottobre 2011 la direzione di Tas Spa, al tavolo istituzionale con Regione Emilia-Romagna e Province di Parma e Bologna, rassicurava che nessun esubero era all’ordine del giorno. Poi la ristrutturazione della sede di Parma, conclusasi solo 3 mesi fa con il trasferimento di parte dei dipendenti sulle sedi di Milano e Bologna (di 90 dipendenti solo 32 sono rimasti a Parma e non si sa fino a quando) e pochi giorni fa l’apertura di una procedura di mobilità su tutte le sedi per 70 dipendenti.

Ad oggi la società Tas S.p.a. conta circa 400 dipendenti, suddivisi su tutto il territorio nazionale ed è alle prese con una grave crisi finanziaria, di mercato, di management nonché di competitività dei propri prodotti e servizi, crisi più volte denunciata dalle organizzazioni sindacali ed alla quale l’azienda sa rispondere solo proponendo licenziamenti.

“L’unico vero obiettivo aziendale emerso con chiarezza durante l’incontro del 23 aprile presso Unindustria a Roma – spiega Davide Fellini, segretario Fiom Cgil provinciale -, è quello di liberarsi di decine di lavoratori individuati dall’azienda stessa in modo arbitrario e discriminatorio, procedendo con il loro licenziamento o sospendendoli dal lavoro, senza rotazione e magari pure con il consenso delle organizzazioni sindacali”.

“È grande la preoccupazione per la grave situazione finanziaria, ma lo è altrettanto per l'atteggiamento con cui l'azienda la affronta e per le scelte che fino ad ora sono state fatte, a partire dal recente trasferimento dei lavoratori della sede di Parma, oggi ancora più incomprensibile, e per i quali va garantito quanto previsto dagli accordi sottoscritti”.

I dipendenti TAS hanno condiviso quanto più volte sostenuto dalla delegazione sindacale, anche ai tavoli istituzionali, circa la necessità di un piano industriale credibile, che metta al centro l'obiettivo di aumentare i ricavi e quindi la capacità dell'azienda di sviluppare nuovi progetti e di acquisire nuovi clienti. La ricetta non può essere sempre e soltanto l'abbattimento dei costi: la scelta di ridurre il personale è sbagliata, non esistono “esuberi strutturali”, occorre utilizzare ammortizzatori sociali che consentano di mantenere i posti di lavoro e le professionalità. In particolare, una gestione flessibile del contratto di solidarietà consentirebbe all’azienda di far fronte all’andamento altalenante dell’attività lavorativa, mantenendo organici e competenze e gravando meno che con altri ammortizzatori sul salario dei lavoratori che continuano, nei fatti, ad essere quelli che più pagano la crisi.

“Occorre pertanto – conclude Fellini - una disponibilità vera dell’azienda a confrontarsi, senza pregiudiziali inaccettabili, al fine di giungere a soluzioni condivise, senza che il contratto di solidarietà, come qualsiasi altro ammortizzatore sociale possa diventare uno strumento di discriminazione dei lavoratori in mano all’azienda”.


Per le ragioni esposte, contro i licenziamenti e per la definizione di soluzioni che garantiscano una prospettiva occupazionale per tutti i dipendenti Tas, le assemblee dei lavoratori insieme ad Rsu e Fiom Cgil di Bologna, Parma e Roma hanno deciso di proclamare per mercoledì 2 maggio 8 ore di sciopero per tutte le sedi dell’azienda, in attesa di decidere ulteriori iniziative a seconda dell’esito dell’incontro fissato per il prossimo 7 maggio.

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