Le nuove regole della riforma Fornero
La CGIL ha espresso un giudizio negativo sul complesso delle norme introdotte dalla Legge n. 92/2012 (legge di riforma del mercato del lavoro, nota come legge Fornero). Gli ambiti di intervento sono molti e ampi e senza dubbio ci vorrà qualche tempo per valutarne gli effetti concreti.
C'è tuttavia una norma importante e che deve essere subito ben conosciuta da lavoratori e imprese: si tratta della nuova procedura che deve essere rispettata per rassegnare validamente le dimissioni (o la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro).
Dal 18 luglio, infatti, l'efficacia delle dimissioni è sospesa fino a quando le stesse non saranno convalidate. In particolare, la procedura da seguire per le dimissioni sarà la seguente: il primo passo dovrà essere la presentazione da parte del lavoratore delle dimissioni o della risoluzione consensuale. Dopo di che, entro 30 giorni, l'azienda dovrà invitare il dipendente a convalidare le dimissioni (a scelta presso la Direzione Territoriale del Lavoro oppure presso il Centro per l’impiego o ancora presso altre sedi individuate dai contratti nazionali). In alternativa il lavoratore potrà scegliere di sottoscrivere apposita dichiarazione in calce alle dimissioni che confermi la propria scelta.
Se il datore di lavoro non recapiterà al domicilio del lavoratore o non consegnerà l'invito entro 30 giorni, le dimissioni o la risoluzione consensuale saranno inefficaci.
Entro 7 giorni dalla ricezione dell'invito, il lavoratore potrà alternativamente convalidare, sottoscrivere o revocare le dimissioni (ed è questa la vera novità) in forma scritta.
Se entro 7 giorni dall'invito il lavoratore non attuerà una di queste opzioni, il rapporto di lavoro sarà comunque risolto.
Inoltre, la richiesta di dimissioni di lavoratrici in gravidanza o madri e/o padri durante i primi 3 anni di vita del bambino dovrà sempre essere convalidate di fronte al servizio ispettivo del Ministero del Lavoro.
“La
nuova regolamentazione – commenta Fabrizio Ghidini, segretario confederale Cgil
Parma - ripristina una norma cancellata dal Governo Berlusconi e risponde a una
richiesta avanzata dalla CGIL per combattere una pratica piuttosto diffusa nei
confronti delle lavoratrici donne e degli stranieri, quella delle cosiddette
dimissioni in bianco che da oggi potranno essere smentite dal lavoratore e dunque
perdere qualsiasi efficacia.