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"Stesso sangue. Stessi diritti": anche Parma aderisce alla campagna antirazzista Cgil

27 Maggio 2009
Sabato 30 maggio, al pomeriggio, sotto i portici di Via Mazzini i gionani Cgil, il Cordinamento Migranti e l'UdU

Anche a Parma i giovani Cgil (www.giovanidiritti.cgilparma.it), il Coordinamento Migranti Cgil e l’Unione degli Universitari si mobilitano contro il razzismo, aderendo alla campagna “Stesso sangue. Stessi diritti” (http://host1.cgil.it/nuovoportale/banner/tessidiritti/stessidiritti.htm) promossa dalla Cgil nazionale.

Il pomeriggio di sabato 30 maggio 2009, dalle 15 alle 19; sotto i portici di Via Mazzini, esprimeranno la loro preoccupazione e la condanna contro la deriva barbara e la campagna xenofoba che questo Governo ha messo in campo contro gli immigrati nel nostro Paese.

Una campagna che naturalmente non ha lasciato indifferente la nostra città, che ha avuto il demerito di promuovere con una leggerezza disarmante posizioni intransigenti, dal protezionismo gastronomico con la “messa al bando” del kebab, al protezionismo del parco ducale, con la proposta di vietare le panchine alle badanti.

 

Intanto, nel nostro Paese, si susseguono altre proposte che non è esagerato definire perverse: in metropolitana a Milano posti riservati solo ai milanesi, medici-spia negli ospedali, presidi-sceriffi nelle scuole. Inoltre funzionari dello stato civile-spia che impediranno agli stranieri il matrimonio (diritto sancito dalla carta dell’ONU), la registrazione delle nascite e delle morti, nonché il riconoscimento di figli naturali.

 

Il pacchetto sicurezza introduce infatti, oltre al famigerato “reato di clandestinità”, complicazioni e tasse per chi richiede la cittadinanza, proibisce i matrimoni per chi è privo di permesso di soggiorno, fissa un contributo fino a 200 € per ogni pratica di rinnovo o rilascio del permesso ed introduce il permesso di soggiorno a punti. Inoltre, il pacchetto sicurezza apporta modifiche restrittive che produrranno allungamenti nella procedura di ricongiungimento familiare e per l'ottenimento del permesso di soggiorno CE di lungo periodo.

I giovani Cgil, il Coordinamento Migranti Cgil e l’Unione degli Universitari ritengono che l'introduzione del reato di ingresso e soggiorno irregolare sia un vero e proprio tragico paradosso:da un lato l’Italia ostacola gli ingressi legali, spingendo di fatto i migranti nelle mani dei trafficanti di uomini, chiude tuttavia un occhio nei confronti di chi utilizza il lavoro nero degli stranieri senza permesso e addirittura rende impossibile per un cittadino irregolare testimoniare ad un processo. Impossibile diventerà quindi dimostrare il reato di sfruttamento del lavoro nero proprio in quei settori che si avvalgono prevalentemente di manodopera irregolare. Dall’altro lato il nostro Paese costringe gli stranieri irregolari a partecipare all’ipocrita lotteria dei “decreti flussi” per sanare la propria posizione (il 90% delle domande riguardano stranieri che già vivono e lavorano in Italia) e li costringerà a cercare di diventare ancora più clandestini per evitare il carcere. Tutto ciò rappresenta la tragica propaganda di un Governo che crede giusto che il nostro Paese possa definirsi con fierezza “non multietnico”.

 

I giovani Cgil, il Coordinamento Migranti e l’UdU considerano invece la migrazione una risorsa, principalmente sotto il punto di vista culturale e umano, sicuramente dal punto di vista economico, e non un male da respingere con politiche che mettono a repentaglio i diritti umani, che ingenerano paura e che avranno gravissime e dirompenti ripercussioni sulla sicurezza, sulla coesione sociale e sulla convivenza civile della nostra comunità nazionale.

La società civile ha il compito di reagire e contrastare questa ascesa di violenza e il non rispetto di valori fondamentali quali l’integrazione, l’uguaglianza, e la dignità dell’essere umano, nonché il palese mancato rispetto della carta costituzionale e delle normative internazionali che sanciscono i diritti umani.

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