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Spettacolo, si alle sinergie, ma attenzione alle tutele per i lavoratori

20 Gennaio 2009
Dopo la pace ritrovata tra Comune e Fondazione Toscanini, interviene Silvia Avanzini, segretaria generale Slc Cgil di Parma

La composizione della frattura tra Fondazione Toscanini e Comune di Parma – con la nomina di un proprio rappresentante nel CDA della Fondazione e il ripristino dei contributi in qualità di socio fondatore – è, anche sindacalmente, l'inizio di una buona notizia.

Intravedere, quindi, possibili sinergie sul territorio – anche in considerazione della preoccupante situazione generalizzata di tagli allo spettacolo e della più diffusa crisi del Paese - parrebbe più semplice, considerato che Provincia e Comune sono entrambi soci delle due principali Fondazioni: il Teatro Regio di Parma è senza dubbio il più prestigioso tra i Teatri di Tradizione del Paese (istituiti nel 1967); la Fondazione Toscanini è la maggiore e più importante istituzione concertistico-orchestrale italiana, riconosciuta ministerialmente come tale fin dal 1977.

‘In giornate in cui si e’ parlato abbondantemente di alleanze strategiche con Bologna per il prossimo Festival Verdi spingendosi col pensiero fino a Milano, sembrerebbe per lo meno stravagante – secondo Silvia Avanzini, segretaria generale SLC Cgil di Parma - , almeno per lo stesso importante evento autunnale per non parlare poi delle stagioni concertistiche, non richiamare il tema delle collaborazioni tra le due Fondazioni su Parma, soprattutto in tempi di forzate e razionate risorse economiche’. 

‘E' altrettanto noto che dal 2001, anno della rottura tra Regio e Toscanini, la situazione delle formazioni orchestrali si e’ notevolmente articolata; ma, purtroppo, e’ cresciuta anche la precarieta’ del settore. E quando si cresce su questi presupposti, prima o poi arriva una conclusione amara, che spesso e soprattutto finisce per pesare sui lavoratori’. E' il caso, come spiega la segretaria del sindacato dello spettacolo della Cgil di Parma, della Symphonica Toscanini, nata dalla scissione Baratta/Mazel, che dopo varie peregrinazioni vede oggi circa 150 professori d'orchestra in attesa di recuperare crediti di mesi di lavoro, nell'assordante e ingombrante silenzio dei nomi eccellenti del CDA. Altre formazioni sono nate a Parma nel mito della flessibilita’ (che per i lavoratori null'altro e’ che precarieta’ con cui fare i conti quotidianamente), quasi in dichiarata contrapposizione al modello della stabilita’ delle masse artistiche, anche in contenitori istituzionali. ‘Il tema non e’ nuovo, lo scambio di opinione e’ sempre piuttosto vivace quando lo si porta all'attenzione pubblica; nessuna volonta’ da parte del sindacato di disperdere esperienze e prospettive artistiche e professionali, ma solo l'obiettivo di raggiungere diritti decorosi di garanzia e tutela per chi lavora’.

‘Forse – conclude Avanzini - sono maturi i tempi per trovare soluzioni un po' meno ‘annebbiate’ dalla politica di provincia, evitando che le accelerazioni siano solo ed unicamente imposte dai tagli alle risorse’.

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