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Solveko e Ferri srl: a Fidenza sicurezza ambientale a rischio

3 Novembre 2009
Filcem Cgil e locale Camera del Lavoro chiedono la costituzione di un osservatorio permanente

A Fidenza persiste un problema di sicurezza ambientale causato dalla presenza di aziende che trattano materiali potenzialmente pericolosi. Filcem Cgil e locale Camera del Lavoro segnalano in particolare le vicende Solveko (ex VDA), azienda chimica specializzata nel riciclaggio di rifiuti liquidi (solventi e simili) e già coinvolta nel 2001 in vicissitudini legali connesse allo smaltimento dei residui di lavorazione, oltre alla vicenda Ferri srl.

 

Fondata nel 1967, la Solveko, 16 addetti, di cui 14 con contratti a tempo indeterminato,  cambia assetto societario nel 2002 e nel 2005 dà avvio ad un iter per ottenere l’autorizzazione ad aumentare la capacità di produzione da 10mila a 30mila tonnellate di rifiuti trattati. L’Amministrazione comunale, che a suo tempo aveva dato parere negativo ritenendo potenzialmente troppo pericolosa la presenza nel sito di una tale quantità di rifiuti, oggi, dopo il cambio di Giunta, modifica tale posizione e lo scorso 10 settembre delibera l’approvazione della richiesta. Va precisato che tale decisione non coinvolge il Consiglio comunale, che si era già espresso in modo critico su tale opzione.

 

Ora, Filcem Cgil e Camera del Lavoro, pur non volendo intervenire sul merito della richiesta di Solveko, chiedono come mai questa scelta, su una materia tanto delicata per l’intero territorio oltre che per i lavoratori dell’azienda, sia stata fatta fuori da ogni consultazione e confronto. E mette in evidenza che, mentre nel 2002 la presenza del sindacato in azienda era pressoché irrilevante, oggi, al contrario, è massiccia, e anche le relazioni sindacali sono all’insegna della correttezza e reciprocità, tanto che è stato di recente nominato un RLS e si è in procinto di eleggere l’RSU.

 

Dunque in questo contesto, decisamente mutato rispetto al passato, Cgil e sindacato di categoria non possono che criticare l’atteggiamento dell’Amministrazione comunale che, in maniera decisamente poco collegiale e condivisa, ha adottato una decisione su una materia così sensibile e delicata per il territorio. Già da tempo la Filcem aveva posto la questione della sicurezza, proponendo, all’interno del contratto aziendale l’inserimento di clausole stringenti come il raddoppio delle procedure di controllo sanitario (esami del sangue, diagnostica per immagini) o maggiori dispositivi di controllo sul piano procedurale (attenzione alla dotazione organica e all’uso di attrezzature in funzione dei livelli produttivi).

 

In ultima analisi, la  Solveko rappresenta un caso pressoché unico in Regione, e richiederebbe, secondo il sindacato, la sperimentazione di procedure di controllo e prevenzione condivise da tutti i soggetti coinvolti – Comune, Provincia, Regione, enti ispettivi, azienda e sindacati -, che dovrebbero dare luogo ad una sorta di osservatorio permanente orientato alla salute dei lavoratori e dei cittadini.

 

Tale richiesta di una sorta di coordinamento attento al problema del carico ambientale, di cui sarebbe corretto che l’intera collettività prendesse atto, non dovrebbe trascurare, secondo Filcem e Cgil, la questione della Ferri srl, azienda produttrice di materiali per l’edilizia con circa 30 dipendenti collocata nelle immediate adiacenze di Solveko, che, oltre a lavorare con polveri potenzialmente pericolose, opera in una struttura in cui il 60% delle coperture contiene amianto. Una questione tanto più spinosa, visto che al sindacato non è concesso mettere piede in azienda.

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