Il segretario Fellini: "Mai che si parli dell'occupazione"
Da alcune settimane la
politica e la stampa discutono riguardo al futuro del Teatro Regio, al
rinnovamento della sua dirigenza e al mancato finanziamento, si spera solo
momentaneo, del Festival Verdi.
La SLC CGIL ritiene
necessario ribadire e chiarire alcune questioni. Intanto, è singolare che
quando si parla o si scrive di Teatro Regio non vi siano mai riferimenti alla
salvaguardia dell’occupazione, circa 40 dipendenti fissi e circa 60 stagionali.
Lavoratrici e lavoratori che con le loro competenze e professionalità hanno
fatto sì che il Teatro Regio sia riconosciuto come teatro d’eccellenza a
livello nazionale e internazionale e dai quali non si può prescindere se si
vuole salvaguardare e rilanciare il teatro cittadino.
“Le lavoratrici e i
lavoratori – spiega Davide Fellini, segretario generale dell’SLC CGIL di
Parma - sono stati i primi a pagare il conto di una situazione economica e
finanziaria pregressa disastrosa e, oggi, non hanno alcuna certezza per il
proprio futuro. Già un anno fa, le organizzazioni sindacali e le rappresentanze
dei lavoratori, nell’ambito del processo di risanamento della Fondazione
intrapreso dalla nuova dirigenza, firmarono un accordo sulla regolamentazione
di straordinari, flessibilità e trasferte, con l’obiettivo di giungere
attraverso una diversa e migliore organizzazione del lavoro ad un contenimento
dei costi. Risultato ottenuto solo parzialmente a causa di non sempre impeccabili gestione,
organizzazione e controllo delle attività in azienda da parte di coloro che vi
erano preposti. Inoltre la contrazione dei finanziamenti pubblici e privati ha
portato ad un ridimensionamento della programmazione con conseguente riduzione
dei periodi di lavoro e quindi del reddito dei lavoratori stagionali”.
Non sarà il finanziamento
del Festival Verdi, comunque indispensabile, a risolvere i problemi del Teatro
Regio. Si parla di progetto per il teatro: unitariamente le organizzazioni
sindacali territoriali di categoria di CGIL CISL e UIL, insieme ai lavoratori,
hanno più volte chiesto al Comune di Parma di discutere tale progetto ed hanno
sostenuto che dovrà fondarsi su una programmazione che copra un arco dell’anno
più ampio possibile, di qualità ed incentrata su stagione lirica e Festival
Verdi. Una programmazione che garantisca e valorizzi l'indiscutibile prestigio
del Teatro Regio da intendersi un patrimonio ed un'opportunità per tutta la
città e il sistema culturale italiano.
In un genere di programmazione come quello proposto, si potranno poi inserire
ulteriori iniziative ed eventi in grado di ampliare e diversificare l’offerta
culturale del teatro stesso e di conseguenza il pubblico interessato e i
ricavi. Ineludibile, però, la salvaguardia della connotazione di teatro d’opera
e dell’immagine del primo teatro cittadino.
Durante gli incontri del
18 aprile e 29 maggio con il Presidente della Fondazione Teatro Regio (Federico
Pizzarotti), l’Assessore alla Cultura (Laura Ferraris) e l’Amministratore
Esecutivo (Carlo Fontana), l’amministrazione comunale si è assunta l'impegno di
confrontarsi sul progetto e si è convenuto di addivenire ad un accordo su
pianta organica, definizione dei criteri per le stabilizzazioni dei lavoratori
precari e sulla regolamentazione delle assunzioni dei lavoratori stagionali.
Passaggi ineludibili per definire un assetto ed una connotazione trasparenti ed
efficienti del teatro.
Inoltre, nell’ambito di un
progetto complessivo sulla produzione culturale a Parma, dove non mancano altre
situazioni di estrema criticità che da mesi coinvolgono numerosi lavoratori,
importanti potrebbero essere le sinergie (compresi i diversi consorzi in via di
costituzione) che si riusciranno a costruire con le altre istituzioni culturali
del territorio, ma anche a livello regionale. Tuttavia, indispensabili saranno
la chiarezza degli statuti,degli obiettivi, della ripartizione dei
finanziamenti, dei costi, dei ricavi ed il mantenimento dell’occupazione.
Aspetti che ad oggi non sono affatto scontati e che, per quanto riguarda il
Teatro Regio danno adito a molti dubbi in ordine ai consorzi di cui fa già o
farà parte e alle convenzioni varie in essere.
L'SLC CGIL chiede, quindi,
che l’Amministrazione comunale si faccia garante di quanto sopra,
indipendentemente dal nome e dalla qualifica di colui o coloro che saranno
chiamati a costituire la nuova dirigenza del Teatro Regio e che dia seguito
agli impegni assunti con le Organizzazioni Sindacali avviando al più presto un
confronto sul merito del progetto culturale per Parma e il Teatro Regio.
Confronto che dovrà essere concreto e costruttivo andando oltre alle troppo
generiche dichiarazioni stampa, affinché il progetto stesso, a partire da una
programmazione ambiziosa e non minimalista dei calendari, possa essere
l'elemento catalizzatore per il rilancio.
Alle associazioni
imprenditoriali e forze economiche della città si chiede, pertanto, un
rinnovato senso di responsabilità ed impegno per contribuire a far uscire il
Teatro Regio da un’inaccettabile ed insostenibile situazione di precarietà ed
incertezza, perché torni ad essere un volano per l’economia e l’occupazione di
Parma non solo nei proclami, ma anche nei fatti. Si provi, per una volta, a
dare una connotazione concreta all’espressione “fare sistema”.