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Sicurezza, le segreterie provinciali di CGIL, CISL e UIL

20 Maggio 2008
Le Segreterie di CGIL ,CISL e UIL di Parma, riunite il 20 maggio 2008, stigmatizzano il clima di allarme sociale scatenatosi nel Paese che vede come presunti protagonisti assoluti cittadini di etnia rom.

Le Segreterie di CGIL ,CISL e UIL di Parma, riunite il 20 maggio 2008, stigmatizzano il clima di allarme sociale scatenatosi nel Paese che vede come presunti protagonisti assoluti cittadini di etnia rom.

CGIL, CISL e UIL di Parma ritengono che il problema nelle periferie urbane delle grandi metropoli non sia riconducibile a questioni che riguardano unicamente l’integrazione delle diverse comunità presenti sul territorio nazionale, ma vada messo in relazione ad una attenta programmazione delle politiche urbane tesa ad evitare fenomeni di marginalizzazione sociale.

La violenza nei confronti dei soggetti più deboli (anziani, donne, minori) non è questione assimilabile ai problemi comunque legati all’immigrazione non regolare, ma, come le statistiche dimostrano ampiamente, ad una distorsione del ruolo e della funzione sociale prima di tutto della famiglia.

Si stigmatizza altresì il clima di violenza nei confronti di comunità che, in alcuni casi, sono presenti da secoli nel nostro paese. Il miglior deterrente a fenomeni quali l’accattonaggio, le rapine, la microcriminalità in genere, è rappresentato da una reale scolarizzazione di tutti i minori presenti sul territorio nazionale e da politiche di integrazione efficaci.

CGIL, CISL e UIL di Parma auspicano quindi che tutte le forze politiche ed istituzionali, nel pieno rispetto della Costituzione e con senso di responsabilità, pongano fine a violenze inaccettabili e mettano in atto politiche concrete per combattere il degrado delle periferie urbane.

Altresì CGIL, CISL e UIL sono attenti ai possibili interventi preannunciati sulle politiche dell’immigrazione. L’allarme sociale non può scaricarsi sull’inasprimento della già odiosa normativa Bossi-Fini. L’eventuale creazione di nuove figure di reato, come quello di clandestinità, rappresenta una risposta pericolosa e demagogica che come unico risultato è in grado di ottenere un imbarbarimento della cultura giuridica e una riduzione di diritti costituzionali e fondamentali di tutela di ogni individuo senza alcuna distinzione, ricordando che la certezza della pena dovrebbe divenire lo strumento principe nella lotta alla illegalità. Anche su questo CGIL, CISL e UIL, come è sempre stato, devono essere veicolo di dialogo e integrazione tra lavoratori e cittadini.

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