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Settore termale: contratto separato, scelta irresponsabile in un contesto difficile

25 Gennaio 2018
FILCAMS CGIL Parma: "Una decisione che fa ancora più male alla luce dei sacrifici fatti dai dipendenti di Salso e Tabiano"

La FILCAMS CGIL ritiene incomprensibile la decisione di Federterme, Fisascat e Uiltucs di procedere alla sottoscrizione del rinnovo del contratto nazionale di settore senza la partecipazione della stessa FILCAMS, che rappresenta la maggior parte degli addetti del comparto termale.

Fedeterme ha voluto procedere alla definizione di un articolato contrattuale con le sole Fisascat e Uiltucs decidendo di non prendere in considerazione le proposte della Filcams, per provare ancora a realizzare una sintesi unitaria marcatamente peggiorativa per i lavoratori e le lavoratrici già fortemente penalizzati dalla crisi strutturale del settore. La Filcams CGIL in questi anni è stata in prima linea sul territorio e a livello nazionale, per gestire le difficili crisi degli stabilimenti che hanno registrato, oltre alla riduzione radicale delle presenze, anche l’impatto dei percorsi di dismissioni delle quote pubbliche. Molte strutture sono chiuse, altre inserite in procedure concorsuali dagli esiti incerti, altri oggetto di speculazione. Il ruolo del sindacato confederale, anche nel rapporto con le amministrazioni locali, è stato quello di difendere i livelli occupazionali e aprire contestualmente le condizioni per attrarre investimenti e promuovere il rilancio delle terme come parte integrante del sistema sanitario nazionale. La sottoscrizione del contratto separato, a 10 anni dall’ultimo rinnovo, rappresenta una scelta molto grave operata, tra l’altro, come si è detto, in una realtà segnata da precarietà occupazionale e salariale. La decisione di Fedeterme di intervenire in maniera strutturale sul trattamento economico della malattia, fino ad oggi riconosciuto, nei fatti, interamente sin dal primo giorno, assume i contorni di un ulteriore atto di ostilità nei confronti di una platea di lavoratori che con la loro professionalità hanno spesso da soli garantito quota parte rilevante della sopravvivenza delle imprese in cui operano. La Filcams continuerà il suo impegno per la ripresa del settore, nella ferma convinzione che il contratto nazionale debba tornare a essere al più presto un patrimonio condiviso e inclusivo. Per questa ragione avvieremo una campagna di informazione in tutti gli stabilimenti e chiederemo di avviare la consultazione dei lavoratori sul contratto sottoscritto senza la Filcams.

"Auspicavamo - è il commento di Maurizio Miati, segretario FILCAMS provinciale e responsabile della Camera del Lavoro di Salsomaggiore Terme - che la triste stagione dei contratti separati fosse alle spalle perché chi ne ha pagato la conseguenza son stati sempre e solo i lavoratori".

"Con questo atto inspiegabile si va a concedere a Federterme di accanirsi sul diritto alla malattia, chiudendo con un triste epilogo la vicenda di un contratto nazionale scaduto dal 2011 e che ha visto una tornata di rinnovo congelata per la reciproca consapevolezza e responsabilità della grave crisi del settore e della impossibilità per le aziende di trovare le risorse necessarie".
 
"Se pensiamo poi, in ambito locale, ai sacrifici dei dipendenti di Terme di Salsomaggiore e Tabiano che hanno rinunciato a diverse giornate lavorative nonché ad una serie di voci accessorie nell'ambito del percorso concordatario e dell'affitto a TST, così come ai dipendenti del Baistrocchi che, dalla nuova proprietà, si sono viste disapplicate alcune voci presenti in busta paga, sia pure di importo non elevato, o ai lavoratori di Monticelli che si vedono congelato il contratto aziendale, emerge chiaramente ancora di più quanto questa scelta vada a penalizzare ulteriormente i lavoratori del settore".

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