I sindacati unitari di categoria del pubblico impiego puntano il dito sull'ennesima riorganizzazione
La nuova ed ennesima riorganizzazione dei servizi sociali del Comune di Parma porta l’impronta di un nuovo welfare che mette al centro ipotetici progetti innovativi, quali il welfare di comunità. La scelta fatta dall’amministrazione del Comune di Parma di dare un assetto organizzativo che riconosca il ruolo di questi nuovi progetti a discapito di settori storici quali minori, anziani, inclusione, ha dovuto fare i conti con l’ennesima rinuncia dell’ultimo dirigente del servizio. L’anno passato avevamo assistito al passaggio del Dr Sauro Avanzi dai servizi adulti e minori al servizio famiglia, oggi a quella del papabile e preannunciato direttore del settore welfare Dr Gianfranco Bertè che saluta l’amministrazione comunale prima ancora di insediarsi e lascia allo sbando un settore molto delicato.
Le preoccupazioni che le OO.SS hanno ripetuto più volte all’ Amministrazione comunale in questo periodo sono state quelle di non avere una rete d’integrazione con le altre istituzioni, quali AUSL, Ospedale, Forze dell’ordine, Tribunale, Associazioni di volontariato, con percorsi di riferimento istituzionali condivisi.
Si è deciso di individuare dirigenti che non conoscevano i servizi, che hanno distrutto protocolli consolidati e procedure scritte senza nessun protocollo sostitutivo. Oggi con l’ennesima rinuncia del dirigente di turno, in questo caso di colui su cui si voleva investire, siamo alla crisi profonda di questi servizi. Le OO.SS chiedono all’Amministrazione impegni cogenti di stabilità, coerenza e competenze, perché dell’ottimo servizio di qualità del settore sociale se si continua così resterà solo un brutto fiore appassito.
Si percepisce un forte scollamento tra i bisogni e le risposte, tra chi opera, nello svolgimento di un ruolo pubblico (gli operatori, il terzo settore ) e chi amministra.
Non c’è percezione di un disegno politico/amministrativo coerente e razionale in questo balletto di dirigenti “acquistati” dall’esterno, neanche preparati e competenti; di certo il peso della conduzione dei servizi, con tutto quello che comporta se si pensa alle problematiche sociali, relazionali cui si deve far fronte, oltretutto in una contingenza economica cosi grave, risulta sempre più sulle spalle degli operatori e sui quadri intermedi, in un clima organizzativo permeato di sfiducia e abbandono.