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Servizi educativi, il Comune di Parma getta la maschera

1 Aprile 2011
I sindacati unitari di categoria proclamano lo stato di agitazione contro la privatizzazione

I sindacati di categoria FP CGIL, FP CISL, UIL FPL e RDB l'avevano annunciato, un po' come cassandre che vedono il disastro avvicinarsi, e nel giro di pochi giorni il Comune di Parma ha confermato il percorso irreversibile ed epocale che porterà l’Amministrazione ad abbandonare gli investimenti nei servizi educativi.

 

La dismissione del patrimonio culturale e del ruolo che il pubblico ha svolto nei servizi educativi nelle varie Amministrazioni che si sono succedute dagli anni 70 ad oggi è sotto gli occhi di tutti. Si definisce un progetto di uscita dai servizi alla persona che progressivamente riduce il ruolo del pubblico a una riserva, spacciando questa scelta come una necessità dettata da vincoli comunitari. Invece – sostengono i sindacati - la scelta di questa svolta è tutta politica e il Comune di Parma se ne deve assumere la responsabilità nei confronti dei cittadini, degli utenti e dei lavoratori, senza rifugiarsi in presunti vincoli che non esistono.

 

I parametri di qualità sono un elemento secondario sacrificabile alle economie di scala che vengono realizzate. Nello stesso tempo in cui vengono definiti questi tagli, la nuova società di scopo, braccio armato del Comune, Parma Infrastrutture, prende il largo e si prepara ad attivare mutui per 30 milioni di euro ovviamente con avalli e garanzie dell'Amministrazione Comunale. Le risorse per ponti e palazzetti dello sport vengono trovate velocemente, ma per garantire salari e diritti ai lavoratori si fa molta fatica, a meno che non si tratti di dirigenti voluti dall'Amministrazione Comunale, per i quali le retribuzioni sono più che consone.

 

In sostanza, si investe sul mattone ma non sul futuro: i bambini. La filosofia di base dell'Amministrazione Comunale di Parma è sempre più quella di esternalizzare tutti i servizi alla persona, e se venisse applicata nella sua essenza ultima non sarebbero necessari tanti dipendenti per gestire la macchina Comunale, ma poche società di scopo ben concepite. A questo punto una gestione in cui misurare i vincoli di trasparenza, di costi, di efficienza e di qualità, che un'Amministrazione pubblica deve garantire ai propri cittadini, diventerebbe molto difficile se non impossibile.

 

Quante SpA si potrebbero creare con tanti consigli di amministrazione ben retribuiti, dirigenti ancora più lautamente compensati, ma non si capisce quali benefici dovrebbe trarre la finanza pubblica e la città da queste operazione.

 

Le organizzazioni sindacali FP CGIL, FP CISL, UIL FPL e USB non accettano la svendita di un patrimonio culturale e umano come quello dei servizi educativi e dell'ufficio tecnico e per questo motivo proclamano lo stato di agitazione e la mobilitazione generale di tutti i dipendenti del Comune di Parma.

 

Inoltre denunciano il metodo estremamente scorretto della delegazione trattante del Comune di Parma che ha negato l'esistenza di un progetto definito Parmazerosei SpA che invece di li a pochi giorni è stato presentato ai consiglieri comunali. Questi piccoli giochi non fermeranno la mobilitazione generale ma anzi non faranno che aumentare il malcontento che sta serpeggiando tra i lavoratori del Comune.

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