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Servizi alla persona e cooperazione sociale, a Parma siglati in questi mesi ben cinque protocolli per la sicurezza

3 Novembre 2020
Il buon lavoro dell'Organismo Partitetico Provinciale va valorizzato e implementato

In questi in questi mesi sono stati sottoscritti nel nostro territorio ben quattro  protocolli che hanno a che fare con la sicurezza nell'ambito dei servizi alla persona. A partire dal mese di giugno, dopo le chiusure imposte dall'emergenga pandemica, l'Organismo Paritetico Provinciale per la cooperazione (OPP), che si occupa di salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, ha elaborato e sottoscritto insieme ai tecnici delle centrali cooperative e ai rappresentanti sindacali delle categorie di rifermento di CGIL, CISL e UIL, i documenti che definiscono le linee guida per la sicurezza dei luoghi di lavoro dei servizi. Ha infatti sottoscritto ben cinque protocolli: quello relativo alla riattivazione dei centri estivi 0-14 anni, quello riguardante la riapertura delle CRA, il protocollo relativo alle aperture dei centri diurni per aniziani e disabili, quello per i servizi educativi 0-6 da settembre e infine quello per l'inclusione scolastica.

Si tratta di cinque protocolli che in qualche modo identificano Parma come punta di diamante nella contrattazione relativa alla sicurezza dei lavoratori e di conseguenza dell'utenza nei servizi alla persona. Su questi tavoli l'OPP, viste le gravi problematicità del dopo lockdow, ha cominciato da subito a lavorare in modo continuativo, mantenendoli tuttora attivi nella logica di offrire una copertura a più servizi possibili. Parliamo di un organismo che merita di essere valorizzato perchè rappresenta un valido strumento di integrazione tra istanze e bisogni diversi. Nella fattispecie ne fanno parte, oltre al presidente Roberto Roberti e al vicepresidente, di emanazione sindacale, Daniele Barbieri, le categorie sindacali di riferimento, cioè FP CGIL, CISL FP e FISCAT, UIL FPL, oltre ai rappresentanti per la sicurezza (RSPP) indicati dalle Centrali cooperative.

Il lavoro svolto è stato teso ad integrare i protocolli regionali e nazionali, con specifiche spesso migliorative delle linee guida sui servizi, di volta in volta calandoli sulle specificità del territorio, a tutela della sicurezza dei tanti lavoratori che sono stati e tuttora sono in prima linea in ambiti particolarmente delicati anche con l'obiettivo di equiparare il personale del privato sociale a quello del pubblico, all'insegna dell'omogeneità dei diritti e delle tutele comuni (es. l'adozione degli stessi DPI).

Giova segnalare che questi protocolli hanno un valore non solo sulle cooperative locali ma anche sulle cooperative di altri territori che operano sul territorio parmense. In tal senso l'OPP, avvalendosi della rete di contatti in primis con l'azienda sanitaria e l'ispettorato del lavoro, funge anche da strumento di vigilanza e segnalazione di eventuali irregolarità laddove i protocolli non vengano rispettati.

"Fin dall'inizio di questa emergenza - spiega Ruggero Manzotti, della FP CGIL Parma, in rappresentanza delle sigle di categoria coinvolte - con l'evolversi della situazione che ha portato al primo periodo di chiusure dei servizi e successivamente nei mesi dopo la fine del lockdown in cui si tentava la riattivazione, abbiamo sempre richiesto una cosa fondamentale: che la salute e la sicurezza venissero prima di tutto. Tutte le eventuali riaperture dovevano necessariamente avvenire in piena sicurezza per le operatrici e gli operatori di questi servizi. La loro sicurezza avrebbe significato la possibilità di continuare a erogare servizi fondamentali, tutelando di conseguenza gli utenti, che fossero bambini, anziani, disabili".
 
"Il tavolo dell'OPP si è mosso con questa difficile missione, conciliare la piena sicurezza dei lavoratori con la reale possibilità di aprire o riaprire i servizi. Si è cercato di applicare alla realtà le tutele necessarie e l'esperienza che si maturava nei luoghi di lavoro. I vari protocolli, seguendo le linee guida nazionali e regionali, hanno creato perimetri di applicazione, dando regole e tutele comuni tra i lavoratori del privato sociale e del pubblico e indicando le modalità e gli strumenti di sicurezza più adeguati per poter riprendere le attività. Un lavoro importante e significativo, che pur essendo "dietro le quinte" ha ricadute sull'intera collettività, e per questo merita che se ne parli".
 
"Questi protocolli - aggiunge Elisabetta Oppici della CISL FP - sono la dimostrazione che è possibile un raccordo tra le esigenze di apertura dei servizi (e quindi la risposta ai bisogni delle famiglie) e la garanzia di lavorare in sicurezza. Il percorso avviato chiaramente non si esaurisce con la sottoscrizione dei protocolli ma prosegue con la verifica e il monitoraggio degli stessi e il costante aggiornamento con il quadro epidemiologico e normativo che si andrà definendo, in un lavoro costante di confronto con chi i servizi li vive e li realizza quotidianamente".
 
OPP Provinciale di Parma
Centrali Cooperative Provinciali Parma
FP CGIL Parma
CISL FP Parma Piacenza 
UIL FPL
 

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