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Sentenza Bonatti, spunti di riflessione e proposta

25 Gennaio 2019
Leone (FILLEA CGIL Parma): "Quei drammatici fatti permettano l'avvio di nuove e più fattive collaborazioni tra azienda e rappresentanze dei lavoratori"

La sentenza di condanna in primo grado dei vertici della Bonatti, provider internazionale oil & gas con sede a Parma, deve prestarsi, secondo la FILLEA CGIL provinciale, ad una riflessione a freddo che permetta di far tesoro dei tragici eventi che nel 2015 portarono al rapimento di quattro tecnici italiani in territorio libico.

I manager sono stati ritenuti colpevoli di cooperazione colposa nel delitto doloso, con pena sospesa. Durante il processo infatti è emerso che la Bonatti non aveva un responsabile deputato alla sicurezza in territorio libico. "Al di là delle presunte o reali inadempienze dell'azienda, che peraltro mi risulta adottare tutti protocolli del caso per la sicurezza nella cantieristica - commenta Antonino Leone, segretario della FILLEA di Parma -, sono contento per questa sentenza, perchè è a favore dei lavoratori. Nelle aule di giustizia si va affermando un avanzamento in tema dei diritti dei lavoratori sulla sicurezza, a partire da principio, non scontato in tempi in cui i diritti si stanno affievolendo proprio a danno dei più deboli, dell’inviolabilità e della sacralità della vita umana, che deve essere efficacemente protetta da rischi, pericoli o minacce".
 
"Quello che è risultato insufficiente, allora come ora - prosegue il segretario FILLEA -, è un rapporto costruttivo e rispettoso dei ruoli con le organizzazioni sindacali. Le critiche mosse a suo tempo dal nostro sindacato alla dirigenza della società, erano appunto relative alla indisponibilità verso un confronto preventivo finalizzato alla maggiore tutela possibile per i lavoratori trasfertisti. Una indisponibilità che alla fine si è rivelata penalizzante per la stessa azienda".
 
"Auspichiamo quindi – conclude Leone – che la recente sentenza possa rappresentare uno spartiacque e un viatico per nuove e più collaborative relazioni sindacali, perché al di là delle effettive responsabilità legali esistono piani diversi di responsabilità, anche morali, che investono tutti i soggetti in qualche modo responsabili della sicurezza dei lavoratori".

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