Lettera aperta dei sindacati di categoria a presidente e assessore Sanità Regione Emilia-Romagna
Nei giorni scorsi i sindacati di categoria del pubblico impiego hanno
inviato al presidente della Regione Bonaccini e all’assessore alla Sanità
Venturi una lettera aperta per segnalare le nuove criticità del sistema
sanitario generate dall’entrata in vigore della legge 161/2014 che - recependo
una direttiva europea – impedisce di applicare deroghe sui riposi tra un turno
di lavoro e l'altro e sulla durata media dell'orario di lavoro.
Di seguito il testo della lettera.
Al Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini
All’Assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi
Lettera aperta delle categorie FP CGIL, CISL FP, UIL FP della Regione
Emilia Romagna e comune richiesta di incontro sulle criticità del Sistema
Sanitario Regionale
Il Sistema sanitario regionale presenta oggi delle criticità a cui bisogna
trovare immediatamente soluzioni onde evitare che queste abbiano pesanti
ricadute sulla qualità di servizi fondamentali che da sempre si sono
caratterizzati come punto di riferimento importante per i cittadini di tutto il
territorio regionale. In particolare, l’entrata in vigore della legge 161/2014
che - recependo una direttiva europea – impedisce di applicare deroghe sui
riposi tra un turno di lavoro e l'altro e sulla durata media dell'orario di
lavoro, porta alla luce l’inadeguatezza delle dotazioni organiche delle aziende
sanitarie dell’Emilia Romagna e può diventare il primo anello di una catena di
trasmissione di destrutturazione del servizio sanitario regionale e mettere a
rischio il diritto alla salute costituzionalmente garantito. Questa criticità
si inserisce in un quadro più complessivo che vede la Regione Emilia Romagna
adeguare la propria rete ospedaliera alle disposizioni del Decreto Ministeriale
70, ponendosi come obiettivo lo standard del 3,7 posti letto per mille abitanti
all'interno della rete ospedaliera. La riduzione costante delle dotazioni
organiche legata alle politiche delle risorse umane regionale che limitano il
turn over del personale cessato al 25% da ormai tre anni, regge, in parte, le
sue fondamenta su straordinari e su prestazioni aggiuntive del personale che
salta le giornate di riposo per sostituire le colleghe o i colleghi che si
assentano a vario titolo. Riteniamo che l'unica manovra anticiclica che possa impedire
questa destrutturazione sia oggi lo sblocco del turn over ed il ripristino di
una politica delle risorse umane basata sulla sostituzione di tutto il
personale cessato, anche per rispondere all'invecchiamento della popolazione
lavorativa del SSN causata dall'allungamento dei requisiti anagrafici e
contributivi previsti dalla vigente normativa e all'aumento conseguente di
persona prescritte o esonerate alle mansioni del profilo contrattuale di
competenza a causa di danni fisici subiti in ambiente di lavoro e dalla
degenerazione psico-fisica legata alla complessità del sistema. Altre Regioni
si sono mosse (o si stanno muovendo) in tal senso, Lombardia e Veneto in
primis, con atti deliberativi che danno indicazioni alle Aziende Sanitarie e
ospedaliere rispetto all’orario di lavoro, tenendo assieme tale tema a quello
del potenziamento strutturato degli organici. Riteniamo che non sia più
rinviabile una presa di posizione rispetto a tale obiettivo anche da parte
della nostra Regione che da sempre si è contraddistinta per lungimiranza della
vision politica. A tal fine chiediamo un incontro urgente e l’attivazione
immediata di misure. In gioco non ci sono solo le migliori condizioni di lavoro
dei tanti professionisti pubblici coinvolti, ma la tenuta di un sistema
sanitario regionale di cui siamo (e vogliamo
continuare ad essere) fieri.
Cordiali saluti
Bologna, 3 Dicembre 2015
FP CGIL CISL FP UIL FPL Mauro Puglia
Enrico Bassani Gerry Ferrara