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“Sempre in attesa delle… liste d’attesa!”

12 Settembre 2013
Nota stampa di Valentina Anelli, segretaria confederale CGIL Parma

“Ogni anno all'inizio dell'anno scolastico imperversa la polemiche sulle liste di attesa dei servizi educativi del Comune di Parma. E torna anche lo scandalo di un'Amministrazione comunale che sembra ancora una volta minimizzare quello che per tante famiglie rappresenta un grave problema, ritenendo evidentemente scarsamente strategico il settore dei servizi all'infanzia.

Già nel mese di febbraio, in un nostro comunicato stampa, denunciavamo una riduzione del numero dei posti sulla scuola dell'infanzia che certo non avrebbe potuto che far crescere il numero dei bambini esclusi dal servizio.

Quello dei servizi educativi rappresenta un settore di primaria importanza, non solo per l'educazione e la socializzazione dei bambini ma anche per l'accesso al mercato del lavoro delle donne, che in mancanza di servizi adeguati sono troppo spesso costrette a scegliere di lasciare il lavoro, perpetuando quella discriminazione di genere nell’accesso all’occupazione che in tutti i modi il sindacato cerca di denunciare e superare.

Da anni seguo come segretaria confederale i servizi educativi del Comune di Parma, e non posso nascondere lo sconforto nel vedere la superficialità che questa seppur giovane Amministrazione riserva a questo settore a nostro avviso tra i più  importanti e strategici, anche per lo sviluppo del nostro sistema economico.

Al di là del numero effettivo di bimbi in lista d’attesa (è vero come ha affermato l’assessore che occorre aspettare il 1° ottobre per conoscere il numero esatto, perché le famiglie possono fare richiesta in più scuole), rimane infatti l’amara constatazione che un tavolo di confronto su questa spinosa questione, che noi chiediamo da tempo a questa Amministrazione, non ha mai preso corpo, mentre purtroppo l’unica certezza che abbiamo circa le liste d’attesa è che continuano a ripresentarsi ogni anno, senza che una soluzione definitiva giunga finalmente a dare una risposta alle tante famiglie e alle tante donne lavoratrici costrette ad assurdi equilibrismi pur di garantire ai propri bimbi un’educazione degna di questo nome.

Rinnoviamo quindi all'Amministrazione la nostra proposta di apertura di un tavolo di confronto su questa delicata partita e rimaniamo in attesa di un costruttivo, se non risolutivo, riscontro”.

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