Riceviamo e pubblichiamo da Patrizio Andreoli, componente RSU del Comune di Rosignano M.mo (Livorno) e membro del comitato iscritti CGIL
Quello che è accaduto in questi giorni al
Comune di Parma ad opera del Sindaco Federico Pizzarotti (Movimento 5Stelle) è
gravissimo. La disdetta unilaterale del contratto integrativo dei lavoratori
comunali, unito al tentativo di esautorare il ruolo del Sindacato e delle
rappresentanze democraticamente elette rispetto a cui si invoca
un’interlocuzione diretta cogli stessi senza la presenza dei sindacalisti(!),
racconta l’affermarsi di un sub-cultura sostanzialmente antisolidale ed
antisociale che pure esiste e si muove nella pancia profonda del Paese, sommando
legittime attese di rinnovamento e l’aprirsi di nuove prospettive e speranze
per i moltissimi che oggi soffrono e sono esclusi, con pulsioni pericolosamente
antidemocratiche. L’attacco è frontale, unitariamente portato sia ai diritti
(autonomia e agibilità della rappresentanza sindacale), sia alla condizione
materiale dei lavoratori (sostanza economica e tenuta salariale). Quanto sta
accadendo, più di mille analisi sociologiche e commenti politici, chiarisce
bene e in modo drammaticamente limpido in che cosa consista il termine arretrare, quando ci si riferisce alla
democrazia e alle battaglie del lavoro. Fa specie che a questo si presti un
giovane Sindaco paladino del nuovo,
che non trova di meglio che calcare le orme del peggio delle posizioni
confindustriali: meno diritti, meno salario, mano libera nell’organizzazione
del lavoro, depotenziamento -laddove possibile- dello stesso contratto
nazionale attraverso la denuncia in toto di quello decentrato. Anzi, nel suo
zelo Pizzarotti pare aver migliorato
le stesse pretese di Marchionne. Se quest’ultimo si accontentava di
escludere in Fiat
È lo stesso Grillo (un comico miliardario a cui è stato stupefacentemente permesso di ritagliarsi il ruolo di moralizzatore in un Paese socialmente devastato) ad aver sostenuto in campagna elettorale la necessità di abolire i Sindacati. Una presa di posizione da qualcuno derubricata a posizione eccessiva su cui non soffermarsi troppo, come se il tutto si fosse potuto ricondurre al sopra le righe di un’esternazione eccentrica, ad una semplice caduta di stile, e non si parlasse invece di sostanza pesante e sensibile (e quale sostanza democratica!). Insomma l’esercizio della rappresentanza del lavoro -almeno per il capo del Movimento 5Stelle e per il Sindaco in questione- è come dire… roba vecchia e da gettare, ciarpame ideologico del novecento da lasciarsi alle spalle! Peccato che quella roba vecchia sia costata scioperi e lutti, lotte terribili e discriminazioni; tanto più a Parma città medaglia d’oro della Resistenza che finché fu possibile resistette in armi alla distruzione da parte dei fascisti delle Case del Popolo e alla persecuzione dei suoi figli migliori tra cui molti sindacalisti. Al Sindaco di Parma vorremmo ricordare che esiste un ruolo delle istituzioni (sempre che lo si sappia onorare) ed un ruolo delle parti sociali. Tutto questo non si trova scritto in un regolamento di condominio, ma in un libretto smilzo ma densissimo che condensa il cuore e la parte migliore della nostra storia. Esso si chiama Costituzione della Repubblica; l’interfaccia più alto di una parola semplice: dignità. Su di essa lo stesso Pizzarotti ha giurato; ma forse era distratto.
Pensare che togliendo di mezzo l’impaccio del Sindacato, ogni lavoratore possa costruire da sé, isolato e con le sue sole forze un’adeguata contrattazione con la parte pubblica, non solo è una bestemmia sul terreno della politica e della giurisprudenza del lavoro, ma un attentato bello e buono ad oltre un secolo di battaglie dei più poveri e soli, di quelli che non avevano voce e unendosi prima nelle Leghe, poi nelle Società di Mutuo Soccorso e nei Sindacati, l’hanno trovata. E’ questo il moderno, il nuovo, il futuro e il progetto di Paese che questi signori hanno in testa? Se così fosse confermato, sappiano che sa di molto vecchio, anzi, per dirla in termini classici: di reazionario.
Una campana
a morto forte e chiara suona per i diritti e la difesa del salario dei
dipendenti pubblici di Parma, su cui nessuno è autorizzato a scherzare, ad alzare
le spalle, o ad accogliere tentativi di minimizzazione. L’attacco avviato (oggi
lì, domani dove ancora?) racconta molto della delicata fase che stiamo vivendo.
Ci si dirà che stiamo esagerando. Ce lo auguriamo. Intanto a Parma piovono
pietre.