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Sanità, tra malaffare e tagli a pagare sono cittadini ed operatori

22 Luglio 2008
Sanità, tra malaffare e tagli a pagare sono cittadini ed operatori

Dichiarazione di Rossana Dettori, segretaria nazionale FPCGIL
e Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici

Sanità, tra malaffare e tagli a pagare sono cittadini ed operatori

Sono giorni difficili per la sanità italiana, dove si assiste ad uno scontro istituzionale tra Governo e Regioni sulle risorse, e dove continuano ad emergere situazioni di malaffare, legate in particolare ai rapporti tra pubblico e privato. 

Noi riteniamo che il taglio reale delle risorse programmate per la sanità, di circa 7 miliardi, metterà in ginocchio tutte le Regioni, virtuose e non, con maggiori ricadute negative proprio laddove - come nel Lazio, la Campania, la Sicilia e nella stessa Abruzzo - è avviato un piano di rientro.

Decurtare in modo indiscriminato posti letto, servizi e personale, è una linea sbagliata che ricade in primo luogo sui cittadini, ai quali non potranno essere garantite le prestazioni essenziali su tutto il territorio nazionale, e potranno dover pagare il ticket anche se esenti per gravi malattie croniche e con basso reddito.

Agli operatori sanitari, così come per tutto il pubblico impiego, viene sottratta una parte cospicua della retribuzione, con il taglio del 10% dei fondi della contrattazione integrativa e della maggioranza delle voci stipendiali nei primi 10 giorni di malattia, e con finanziamenti inaccettabili per il biennio 2008-2009.

Questo quando i medici pubblici sono senza contratto da trenta mesi, così come 150.000 operatori della sanità privata  in sciopero il 19 settembre. E dove da una parte si taglia il personale, dall’altra si elimina il diritto al riposo per i medici ospedalieri, che saranno  sempre più costretti a turni prolungati, con una maggiore probabilità di errori sanitari.

C’è infine da registrare la necessità e l’urgenza non solo di maggiori controlli e di trasparenza, ma anche di nuove regole tra pubblico e privato in sanità. Basti pensare che proprio le Regioni con il maggior deficit, come l’Abruzzo, hanno la maggioranza dei posti letto delle strutture private.

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