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Sanità privata, riparte la mobilitazione dei lavoratori per il rinnovo del contratto nazionale

7 Maggio 2020
Si chiede a gran voce un riconoscimento per tutti i professionisti che hanno garantito la tenuta del sistema nell'emergenza Covid19

 

Da oltre 13 anni le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata e da circa 8 anni quelli delle RSA/Centri di riabilitazione stanno aspettando il rinnovo del loro contratto nazionale.

Professionisti che, al pari dei colleghi che operano nelle strutture pubbliche, sono stati pienamente coinvolti nell’emergenza della gestione Covid-19, spesso senza le dovute protezioni e l’adeguata organizzazione delle strutture, subendone anche loro le conseguenze.

Nella nostra provincia 3 grandi cliniche private hanno gestito i pazienti Covid-19 in accordo con la Regione Emilia Romagna ma anche in tutte le altre strutture l’emergenza ha costretto comunque gli operatori alla gestione di questi pazienti, con rischi ancora maggiori.

A differenza però dei loro colleghi del settore pubblico non viene in alcun modo loro riconosciuto il lavoro quotidiano sia nell’ordinarietà - che dovrebbe tradursi nel diritto al giusto rinnovo del contratto nazionale-  sia nella straordinarietà dell’attuale emergenza Covid-19: tutti i professionisti della sanità privata (sia quelli impiegati nei reparti interamente COVID e quelli impegnati negli altri reparti o servizi) hanno fronteggiato e tutt’ora fronteggiano con grande senso di responsabilità, imponenti carichi di lavoro, riorganizzazioni spesso repentine dei servizi e, non da ultimo, una esposizione al rischio da contagio spesso alta.

Ecco perché noi non ci stiamo e chiediamo a gran voce un riconoscimento economico anche per tutti i professionisti della sanità privata, (e non solo per alcuni) che al pari dei colleghi della sanità pubblica, hanno garantito la tenuta del sistema e lo vogliamo discutere con le Aziende, perché la valorizzazione del lavoro passa attraverso una contrattazione in cui i lavoratori e le loro rappresentanze siano protagonisti, e non attraverso elargizioni unilaterali.

E così, mentre le tre maggiori strutture private del territorio che hanno collaborato con il sistema pubblico nella cura dei pazienti Covid hanno ottenuto nell’accordo tra Aiop e Regione l’anticipo dell’80% del fatturato medio a copertura delle loro esigenze di liquidità, per i lavoratori non vi è nessuna disponibilità a rinnovare un contratto scaduto da troppo tempo!

Le organizzazioni sindacali hanno più volte chiesto l’intervento sia del Ministero della salute sia della conferenza delle Regioni, ma gli impegni presi da Aiop e Aris in quelle sedi per una conclusione della vertenza non si sono mai concretizzati.

Pur nella consapevolezza della delicata situazione che il paese sta vivendo non possiamo più accettare che il problema continui ad essere rinviato.

Alla luce dell’assordante silenzio a cui stiamo assistendo si prefigura una nuova stagione di lotta a difesa dei diritti dei lavoratori della sanità privata.

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