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Rotta la trattativa con Coop Nordest sul lavoro domenicale

31 Maggio 2012
FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL di Parma proclamano lo stato di agitazione

Dopo l’entrata in vigore della liberalizzazione degli orari del commercio – denunciano FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL di Parma -, Coop Nordest aveva comunicato un calendario di aperture molto esteso, fino a 40 domeniche di apertura per negozi che a stento in passato aprivano a dicembre oltre all’apertura addirittura nella festa del due giugno.

Dopo quasi tre mesi di difficile trattativa, il 22 maggio purtroppo si è arrivati alla rottura perché la cooperativa non ha dato sufficienti disponibilità sulle maggiorazioni per il lavoro domenicale (pretende di passare dal 135% al 35% per le prime sei domeniche, al 50% dalla settima a condizione che il lavoratore ne lavori almeno dieci e al 60% solo dalla ventiduesima).

L’azienda non ha dato disponibilità nemmeno sui temi dell’organizzazione del lavoro e degli incrementi di organico, temi non meno importanti del precedente a causa del continuo peggioramento degli orari per i lavoratori.

FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL contestano innanzitutto la modalità con cui la dirigenza della cooperativa ha affrontato il percorso negoziale, dichiarando di essere favorevole alle liberalizzazioni fatte dal governo e decidendo unilateralmente di non applicare più le maggiorazioni previste dal contratto integrativo.

Le liberalizzazioni infatti non stanno dando alcun risultato ma anzi provocano ulteriori costi che l’impresa tenta di scaricare sui lavoratori e le lavoratrici. A questo proposito, i sindaacati provinciali di categoria hanno anche richiesto di avere un confronto costante sui fatturati delle domeniche, ma in trattativa non è stato fornito nessun dato.

Le organizzazioni sindacali di categoria di Parma hanno pertanto proclamato, unitariamente, lo stato di agitazione e il blocco degli straordinari e della flessibilità, a partire dalla festività del 2 giugno. Le iniziative di lotta proseguiranno finché l’azienda non dimostrerà una vera volontà di trattare per raggiungere un accordo, invece di pretendere solo di dettarne i contenuti in maniera unilaterale.

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