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Rosarno: Cgil e Flai, rivolta ripropone questione delle condizioni di vita dei migranti

8 Gennaio 2010
In Italia sono 50mila i lavoratori extracomunitari in situazione di degrado

“La rivolta scoppiata a a Rosarno ripropone con estrema violenza la questione delle condizioni di vita e di lavoro nel settore agricolo italiano.

A fronte di questa drammatica situazione le dichiarazioni rilasciate dal Ministro degli Interni Roberto Maroni sulla rivolta dei braccianti africani di Rosarno hanno dell’incredibile e rischiano di alimentare ulteriormente le tensioni innescate dall’ennesima aggressione subita da questi lavoratori.

Il Ministro, infatti, preferisce fare orecchie da mercante puntando il dito contro i braccianti extra-comunitari, da lui indicati contestualmente come responsabili della criminalità e del degrado nel quale vivono.

Al Ministro evidentemente sfugge che questi lavoratori sono tenuti sotto ricatto dalla malavita italiana, che ha individuato nel lavoro agricolo un business particolarmente appetibile sul quale investire servendosi della manodopera a basso costo degli extra-comunitari.

Su tutto il territorio nazionale si stima siano circa 50.000 i lavoratori extra-comunitari che vivono in una situazione di degrado del tutto simile a quella di Rosarno.

Venuti in Italia per cercare lavoro questi trovano un’occupazione immediata in agricoltura, dove si richiede un’ingente quantità di manodopera per brevi periodi di lavoro.

Il ricatto al quale sono sottoposti, le paghe da fame, gli orari di lavoro massacranti e le condizioni schiavistiche nelle quali vivono sono la diretta conseguenza di una politica che fino ad oggi ha preferito, per ovvie convenienze, perseguire le vittime piuttosto che i carnefici.

E’ evidente come si debba trovare immediatamente una soluzione, sia a Rosarno che in tutto il resto del paese, per ripristinare la legalità e un clima di civile convivenza.

Ma occorre che tutti – politica, società civile e Organizzazioni delle imprese - si muovano per una volta in difesa di questi lavoratori e che si adoperino per trovare delle soluzioni accettabili che siano in grado di liberarli dalle catene dello sfruttamento e dal ricatto della malavita”.

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