Secondo sindacati e lavoratori dei beni culturali a rischio centralità culturale e attrattività turistica del nostro territorio
Lo scorso 17 novembre nella sede Municipale di Parma su invito del Sindaco, a seguito di richiesta delle OOSS provinciali si sono riuniti ad un tavolo di confronto il Sindaco e il Presidente della Provincia di Parma, il Sindaco di Langhirano, il senatore Pagliari, i rappresentanti provinciali di CGIL, CISL e UIL e delle rispettive sigle di categoria FP CGIL, CISL FP, UIL PA e le RSU degli Organi periferici e Istituti culturali del MIBACT. Invitati dal Sindaco, erano presenti anche i Dirigenti MIBACT con sede a Parma.
Sono state evidenziate le preoccupazioni circa le possibili conseguenze in ordine all’attuazione del DPCM sulla riorganizzazione del MIBACT, di cui - si sottolinea - non sono mai stati resi noti i criteri che hanno già portato all’individuazione delle sedi dirigenziali di I fascia e quelli che individueranno le sedi dirigenziali di II fascia delle Biblioteche e dei nuovi organi periferici quali i Poli Museali e le Soprintendenze Belle Arti e Paesaggio.
Non essendo noti i criteri ed avendo presa visione della bozza che il Ministro ha inviato alle OOSS in vista dell’incontro del 18 novembre, si è riscontrato positivamente il mantenimento a Parma di almeno una sede dirigenziale di II fascia, con la presenza di una nuova Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Parma e Piacenza – da tre sedi dirigenziali attualmente presenti - presenza che si ritiene costituisca la soglia minima possibile, data la ricchezza dei beni culturali presenti nella città e nel territorio di Parma.
Si è sottolineato d’altra parte che, con la perdita di dirigenza della prestigiosa Biblioteca Palatina di Parma, si avrebbe un grave impoverimento per tutta la città, anche a livello internazionale, poiché la Biblioteca Palatina è un punto di riferimento culturale unico per la presenza del raro fondo ebraico in essa conservato, per la sua collezione di edizioni del tipografo Giambattista Bodoni - la più vasta esistente - e per degli strumenti tipografici testimonianza della sua attività, esposti nel Museo Bodoni che presso la biblioteca ha la sua sede. Va inoltre ricordato che la sezione della Biblioteca Palatina distaccata presso il Conservatorio Arrigo Boito, è l'unica biblioteca musicale specializzata, facente capo al MIBACT.
Il territorio emiliano, cosi ricco per quanto riguarda il patrimonio librario, resterebbe di fatto totalmente sguarnito di dirigenza in ambito bibliotecario, visto che anche la Biblioteca Estense di Modena subirà lo stesso destino. Un'ipotesi migliore sarebbe una aggregazione della Biblioteca Palatina e delle altre biblioteche statali del territorio emiliano all’interno di un Polo bibliotecario emiliano, diretto da un dirigente bibliotecario, polo che costituirebbe l’unico presidio per lo Stato di livello dirigenziale in ambito bibliotecario presente nella Regione Emilia-Romagna, allineandola alle altre principali realtà regionali che hanno tutte al loro interno una sede dirigenziale di livello non generale per le biblioteche (il Piemonte con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, il Veneto con la Biblioteca Nazionale Marciana, la Toscana con la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, il Lazio con la Biblioteca Nazionale di Roma, la Campania con la Biblioteca nazionale di Napoli).
Si manifesta inoltre viva preoccupazione per il destino delle sedi museali presenti nel territorio di Parma e Piacenza ed anche per il personale, in particolare per quello tecnico-scientifico, in vista delle prossime assegnazione degli organici ai nuovi Poli museali regionali, che avranno sedi nei capoluoghi regionali. A questo proposito si ritiene di dover chiedere con forza la presenza di sedi distaccate operative sul territorio per un maggior dialogo con i referenti territoriali.
Il passaggio di competenza dei Musei dalle Soprintendenze ai Poli Museali comporterà infatti la necessità di affrontare il problema della separazione fisica della sede degli uffici distaccati, come ad esempio nel caso della Soprintendenza per i beni archeologici, i cui uffici sono oggi incardinati nei locali del Museo. Si porrà inoltre in generale il problema della gestione del personale di vigilanza, se gestito come organico unico nei diversi musei e castelli anche in ordine alle competenze specifiche relative alla peculiarità delle sedi espositive.
Si evidenzia l’importanza che nel passaggio al
Polo Museale il Museo Archeologico mantenga la presenza di un direttore
con qualifica di funzionario archeologo nei ruoli del Ministero, con specifiche
competenze sui beni esposti, al fine di valorizzare al meglio il patrimonio
culturale in esso contenuto. Ma questo vale per ogni istituto museale, privo
di sede dirigenziale, al quale deve essere comunque riconosciuto adeguato
livello scientifico di competenza e curatela, oltre alla valorizzazione. Si
sottolinea inoltre l’importanza che a
Parma venga mantenuta una sede distaccata degli uffici della Soprintendenza per
i beni archeologici dell’Emilia Romagna, soluzione che consente la permanenza a Parma
degli uffici e del personale che svolge la tutela archeologica per le provincie
dell’Emilia occidentale, per una maggior efficacia ed economicità dello
svolgimento dell’attività, ed una migliore collaborazione con gli interlocutori
sul territorio, tenendo presente che ciò non comporterà spese aggiuntive di
locazione, ma piuttosto minori costi di spostamento sul territorio dei
funzionari.
Problematiche simili sussistono per la Galleria Nazionale di Parma, che nella riorganizzazione prevista dipenderà dal Polo Museale Regionale, con sede a Bologna, con il rischio reale di veder aggravate tutte le problematiche complesse relative alla gestione di una sede museale tanto ricca e vasta, senza la presenza in loco di un dirigente in grado di assumere rapidamente tutte le decisioni relative, che dovranno necessariamente fare capo ad una struttura lontana come il futuro Polo Museale. A questo proposito si richiama l’attenzione sul fatto che per tutte le sedi degli uffici MIBACT a Parma non sussistono costi di locazione, in quanto hanno sede in locali di demanio statale.
Per queste ragioni sindacati e lavoratori hanno
richiesto agli Amministratori ed alle rappresentanze politiche locali di
scrivere una lettera al Ministro, che il Sindaco ha già inviato, in cui si
chiede un incontro ad un tavolo di confronto urgente per fare chiarezza sulla
Riforma e sulle sue ricadute per il territorio di Parma, con la possibilità di
condividere nuove proposte che valorizzino il nostro patrimonio storico,
artistico e culturale.
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Di seguito l’ordine del giorno dell’assemblea dei lavoratori MIBACT riunitisi il 31 ottobre scorso e in allegato lettera al MIBACT del sindaco Pizzarotti e dossier informativo sugli istituti di cultura e organi periferici MIBACT presenti a Parma.
Il Decreto con il quale il ministro Franceschini ha inteso ridisegnare la forma organizzativa del MIBACT ha suscitato nei lavoratori tante domande e ancora più perplessità. I lavoratori del Ministero dei Beni Culturali di Parma, in occasione dell’assemblea svoltasi il 31 ottobre, hanno approvato all’unanimità il documento che segue.
Approvato all’unanimità e inviato per conoscenza a: gruppi consiliari di Provincia e Comune di Parma, sindaci di Parma e Langhirano, Presidente della Provincia, parlamentari di Parma e Ministero
1. Il
carattere evidente della riforma è la netta separazione tra la tutela e la
valorizzazione. Della prima, e solo di essa, si occuperanno le nuove
Soprintendenze alle Belle arti e Paesaggio e le Soprintendenze Archeologiche,
mentre la valorizzazione spetta ai nuovi Poli museali regionali.
2. Vengono
riorganizzate a livello centrale le Direzioni Generali; la più importante
novità, a livello territoriale, è la creazione della Direzione generale Musei,
che ha come conseguenza lo scorporo delle attuali Soprintendenze per i beni
Artistici e Storici, il cui personale verrà in parte assorbito dalle nuove
Soprintendenze alle Belle Arti e Paesaggio, e in parte andrà a formare
l’organico dei Poli museali regionali.
3. Anche
le Soprintendenze Beni Architettonici, verranno divise in maniera analoga: i
siti monumentali dei Castelli di Torrechiara e Castello Malaspina di Bobbio e
il personale ad essi pertinente verrà inglobato dal Polo museale.
4. Il
Museo archeologico nazionale di Parma, ora afferente alla Sopraintendenza per i
beni archeologici dell’Emilia-Romagna, con la riforma passerà anch’esso al Polo
museale.
5. Per
quanto riguarda le Biblioteche, nell’applicazione di questa riforma pagano un
pegno pesante: gran parte di esse perderà la dirigenza che verrà mantenuta
pare, in otto sole sedi più le due Biblioteche Nazionali Centrali di Firenze e
Roma. Anche la Biblioteca Palatina subirà forse questo destino. Punto ancor più
grave, la riforma ha decretato la perdita della’autonomia tecnico scientifica
da parte delle biblioteche statali, che diventano semplici uffici periferici
della Direzione generale Biblioteche, fatto questo che porterà ad un generale
impoverimento di risorse e personale, e ad uno sradicamento rispetto ai
territori di appartenenza.
6. Non è
ancora chiaro quali saranno i criteri di divisione del personale tra la nuova
Soprintendenza e il polo Museale, e questo è il punto più grave, sul quale si
addensano gran parte delle preoccupazioni.
7. Le
Soprintendenze Belle arti e Paesaggio nate dall’accorpamento delle
Soprintendenze Beni Artistici e Storici e Beni Architettonici in un primo tempo
previste territorialmente, visti gli ulteriori tagli di sedi dirigenziali in
base all’ultima stesura del DPCM di riorganizzazione, aprono uno scenario di
ulteriori accorpamenti sul versante Soprintendenze. In sostanza, se ciò
avvenisse, in Emilia-Romagna resterebbero solo due Soprintendenze Belle Arti e
Paesaggio (Bologna e Ravenna), con la perdita territoriale per Parma dell’unica
sede di tutela monumentale e la conseguente perdita di tutte le sedi
dirigenziali MIBACT. In sostanza in Emilia-Romagna geograficamente tutte le
sedi dirigenziali MIBACT sarebbero localizzate fra Modena e Ravenna, privando
tutta l’Emilia occidentale di sede dirigenziale. Naturalmente da ciò
deriverebbe un pericoloso depauperamento con allungamento dei tempi procedurali
e la vanificazione dei rapporti di fattiva e positiva collaborazione che
contraddistinguono il dialogo fra gli enti pubblici territoriali che fino ad
oggi ha permesso di creare tante occasioni di crescita culturale e tutela del patrimonio.
C’è da chiedersi anche quale sarà il
compito di tutela che dette Soprintendenze saranno messe in condizioni di
svolgere, visto lo sradicamento e la lontananza dalle realtà territoriali che
inevitabilmente produrrà questo accorpamento, in un paese che ha visto solo
negli ultimi 35 anni cementificare il 25% del suo territorio.
Quanto sopra esposto è ciò che potrebbe
accadere qualora il DPCM passasse il vaglio della Corte dei Conti, e i decreti
attuativi confermassero le sue linee guida.
Nella nostra regione, con il DPCM in
argomento, il museo indicato come “di rilevante interesse nazionale”, e
pertanto dotato di autonomia speciale, sarebbe la Galleria Estense di Modena:
la più piccola come estensione e collezioni e quella con meno visitatori.
È opportuno sottolineare l’importanza
culturale per la città di Parma e per la regione del complesso
monumentale e museale di valenza nazionale costituito dal Palazzo della
Pilotta, che da solo comprende il Museo Archeologico Nazionale, la Galleria
Nazionale con il Teatro Farnese, la Biblioteca Palatina ed il Museo Bodoniano,
a cui si aggiungono la Camera di san Paolo e la Spezieria di San Giovanni in
altre sedi espositive statali vicine.
Alla luce di quanto sopra, pertanto, si
sottolinea l’impoverimento che il territorio parmense subirebbe, qualora il
DPCM fosse definitivamente approvato, e confermato nelle intenzioni dai
successivi decreti attuativi.
Per questi motivi l’assemblea, tramite le
locali OOSS, chiede che sia sensibilizzata la cittadinanza coinvolgendo i
parlamentari locali, i sindaci ed il presidente della provincia, oltre ai
gruppi consiliari del territorio.
L’assemblea chiede di far pervenire al Ministero dei Beni culturali ed alla Direzione regionale del medesimo Ministero il documento che ha elaborato, e altresì che venga inoltrato alle OOSS nazionali e regionali di categoria, oltre che alle locali confederazioni.
Approvato all’unanimità.
Parma 31/10/2014
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