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Report CGIL servizi per l'infanzia: a Parma si consolidano

30 Agosto 2018
La nostra città rappresenta una punta avanzata nella sperimentazione 0-6

A pochi giorni dall'avvio del nuovo anno scolastico, è stato presentato questa mattina in Camera del Lavoro il secondo report, messo a punto da CGIL Emilia-Romagna e CGIL Parma, sullo stato di salute dei servizi per l'infanzia nel nostro territorio.

I dati presentati da Massimo Bussandri, segretario generale CGIL Parma, e da Anna Valcavi, del Dipartimento Welfare CGIL Emilia Romagna, e commentati insieme all'assessore ad Educazione e Inclusione del Comune di Parma, Ines Seletti, hanno permesso di evidenziare un sostanziale e importante consolidamento dei servizi stessi. Un primo dato cassolutamente positivo, soprattutto in considerazione del fatto veniamo da anni molto difficili, in cui oltre al calo della popolazione e quindi della demografia infantile, abbiamo assistito anche ad un parziale abbandono della fruizione dei servizi educativi per effetto della crisi, del fatto che tante mamme hanno perso il posto di lavoro e che il diminuito reddito per molte famiglie ha significato l'impossibilità di accedere ai nidi. Ovviamente si tratta di servizi che hanno bisogno anche di una costante manutenzione e questo è il senso anche del ragionamento che la CGIL ha voluto fare insieme all'amministrazione comunale.

C'è un dato che emerge rispetto agli altri anni con grande forza, ed è il fatto che Parma rappresenta una punta avanzata rispetto al panorama regionale nell'attivazione dei servizi sperimentali 0-6, che rappresentano un aspetto molto interessante sia per quanto prevede la legislazione nazionale sia per quanto prevede la legislazione regionale di supporto. Già a partire dall'anno prossimo occorrerà monitorare questa sperimentalità come fattore strategico per lo sviluppo delle politiche educative nostro territorio.

A margine della presentazione dei dati Rosalba Calandra Checco, segretario generale della FP CGIL provinciale, ha sottolineato il ruolo chiave degli operatori, che rappresentano la colonna portante di questi servizi, evidenziando tuttavia la criticità della disparità di trattamento tra coloro che sono dipendenti diretti delle amministrazioni comunali e coloro che, pur con le stesse mansioni e responsabilità, e lo stesso impegno, sono penalizzati dal punto di vista contrattuale e reddituale, auspicando che si possa discutere di come sanare questo squilibrio.

I DATI NEL REPORT ALLEGATO

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