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Pinko, i sindacati propongono alternative ai licenziamenti

19 Aprile 2013
FILCTEM CGIL e FEMCA CISL chiedono la CIGS e l'attivazione di un tavolo in Provincia

A fine febbraio 2013 la ditta Cris Conf SpA, meglio conosciuta con il suo marchio di abbigliamento PINKO, ha dichiarato un esubero di personale di 44 lavoratori dipendenti, principalmente donne, su tutto il territorio nazionale di cui 24 nella sede di Fidenza.

L'azienda, nonostante i risutati di bilancio positivi degli anni passati, e nonostante il periodo di crisi economica generalizzata, ha deciso di riorganizzarsi scegliendo per i lavoratori la strada del licenziamento.

La trattativa sindacale, che è proseguita fino alla settimana scorsa per ricercare soluzioni condivise, alternative ai licenziamenti, si è fermata a causa di una decisione unilaterale della direzione aziendale di chiedere l'incontro al Ministero accelerando i tempi di chiusura di tutta la procedura per la prima metà di maggio.

I sindacati di categoria Filctem CGIL e Femca CISL ritengono che, anche per salvaguardare l’occupazione, vi siano i presupposti per una richiesta di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione e riorganizzazione, e sono convinti che attraverso una seria formazione e riqualificazione del personale si possa ridurre il numero di persone dichiarate in esubero.

L'azienda, infatti, in questo periodo, ha fatto nuovi investimenti e aperto nuovi negozi, per cui sembra quantomeno bizzaro che siano solo i lavoratori dipendenti a pagarne il prezzo.

Il sindacato ha inoltre richiesto la costituzione di un tavolo istituzionale alla Provincia di Parma e al Comune di Fidenza nella convinzione che tutti i soggetti istituzionali del territorio debbano avere un ruolo attivo nella salvagurdia dei posti di lavoro, in particolare in una pesante situazione di crisi economica come quella attuale.

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