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Phone Box, storia di una crisi ordinaria

8 Aprile 2009
'Perche' licenziare se non e' strettamente necessario?'. Il raccondo di Davide Fellini, segr. Fiom Cgil Parma

La crisi non da’ tregua. Davide Fellini, segretario della Fiom Cgil di Parma, punta il dito contro lo stillicidio di piccole aziende che, nel piu’ assordante silenzio, fanno le spese di una stagnazione economica e di mercato che non risparmia nessuno.

Questa volta, ad essere colpiti sono i lavoratori di una piccola societa’ che si occupa di riparazioni di apparecchi telefonici cellulari, la Phone Box Srl, la cui sede si trova in Via Orazio (adiacenze Conad via Emilia Est). ‘Ad aprile 2007 – spiega Fellini – l’azienda aveva attuato una riduzione di personale licenziando, a seguito di una procedura di mobilita’, 4 dei 21 dipendenti di allora. A febbraio 2009, quando il numero dei dipendenti si era ulteriormente ridotto a 14 (escludendo cosi’ la possibilita’ di ricorrere ad ammortizzatori sociali quali la mobilita’ o le tutele individuali previste dall’art. 18 dello Statuto dei lavoratori in caso di licenziamenti individuali illegittimi), la direzione aziendale comunicava ai propri dipendenti l’intenzione di procedere con ulteriori licenziamenti individuali, adducendo come giustificazione la situazione di crisi del mercato in cui la societa’ opera. Informati da alcuni lavoratori e dal rappresentante sindacale, come Fiom Cgil abbiamo chiesto tempestivamente un incontro per avere delucidazioni sulla situazione aziendale e sulle prospettive occupazionali. In quella sede, l’azienda confermava che avrebbe dato seguito ai licenziamenti individuali qualora non fossero state individuate altre soluzioni praticabili. Un’ipotesi fermamente respinta dal sindacato, tanto piu’ che ai lavoratori venivano fatte fare sistematicamente ore di straordinario’.

Sulla base di tali premesse, il 18 marzo scorso i lavoratori della Phone Box, riuniti in assemblea, con grande senso di responsabilita’ e soprattutto di solidarieta’, hanno votato all’unanimita’, se si escludono due astenuti per incompatibilita’ con il ruolo ricoperto in azienda, la loro disponibilita’ a ridursi l’orario di lavoro per il tempo e la quantita’ necessari a salvaguardare i posti di lavoro, in attesa di verificare andamento e prospettive dell’azienda in relazione alla situazione di mercato e alle azioni commerciali in corso.

‘A quel punto – prosegue Davide Fellini – abbiamo informato i titolari di quella che era una proposta assolutamente praticabile, che avrebbe garantito la salvaguardia dell’occupazione nonché delle professionalita’ presenti in azienda. Ma l’unica risposta, il 2 di aprile, e’ stata la consegna di due lettere di licenziamento ad altrettanti lavoratori, dopo che, tra l’altro, altri due lavoratori avevano gia’ rassegnato le proprie dimissioni’.

‘E’ inaccettabile – commenta Fellini - che le aziende - e purtroppo i casi, soprattutto nelle piccole realta’, sono all’ordine del giorno – scelgano con tanta facilita’, per uscire dalla crisi, la via apparentemente piu’ veloce e meno lungimirante dei licenziamenti, scaricando ogni sacrificio sulla pelle dei lavoratori interessati, tanto piu’ quando gli stessi lavoratori sarebbero disposti comunque a sacrificarsi gli uni per gli altri come i dipendenti della Phone Box’.

‘Proprio per rispetto e coerenza con l’impegno, la dignita’ e la solidarieta’ dimostrata da questi lavoratori – conclude il sindacalista - si intraprendera’ ogni azione legale e collettiva utile a tutelare i lavoratori discriminati con i licenziamenti e quelli che per il momento ancora sono occupati in azienda’.

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