Lo chiedono le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil territoriali
Ancora una volta Cgil, Cisl e Uil territoriali si vedono costrette ad intervenire a proposito di scelte dell’Amministrazione comunale di Parma non condivise con le organizzazioni sindacali confederali. Il tema è quello dei servizi educativi e dell’annunciata nascita di ParmaZeroSei, la società per azioni, di cui il Comune di Parma sarà azionista di minoranza (con il 49% delle azioni), a cui saranno affidate tre strutture (Millecolori, Primavera e Albero parlante) che fino ad oggi erano a gestione diretta.
Da settembre in queste strutture i bambini non troveranno più le maestre, le cuoche, il personale tecnico-amministrativo e ausiliario in forza fino ad oggi, ma gli addetti di una cooperativa che dovrà essere scelta attraverso un bando di gara, peraltro non ancora pubblicato. Bambini e famiglie non potranno mancare di subire ripercussioni per tali cambiamenti, indipendentemente dalle competenze e professionalità di chi subentrerà nella gestione.
Ciò che i sindacati confederali lamentano, così come molti genitori, è dunque la insufficiente gradualità del passaggio, unitamente alla mancata condivisione di un percorso che, come ormai consueto per questa Amministrazione, è stato fatto calare dall’alto, annunciato e non socializzato con i diretti interessati, i quali temono che in questa spinta verso il privato venga meno il controllo, la governance, da parte del pubblico, cosa che, trattandosi di servizi educativi, rappresenta un rischio troppo grande per assumerlo con leggerezza e senza trasparenza.
Non ci si nasconde, certo, che i problemi sono tanti, dai tagli delle risorse all’aumento delle liste d’attesa; e nemmeno si dimentica che altri Comuni, a prescindere dagli orientamenti politici o partitici, hanno scelto la strada della integrazione pubblico-privato, sulla quale in varie occasioni il sindacato ha precisato di non avere pregiudiziali: tuttavia, mai nessuna Amministrazione del territorio ha adottato scelte di questo genere prescindendo da percorsi concertati, e mai optando per una SpA in cui il Comune è socio minoritario. Proprio questo aspetto può far sorgere dubbi circa la qualità educativa e formativa che potrà essere garantita per il futuro dal nuovo soggetto gestore.
Per queste ragioni Cgil, Cisl e Uil invitano l’Amministrazione di Parma a tornare sui propri passi e a confrontarsi con tutti i soggetti direttamente interessati a questa sorta di rivoluzione che si prospetta nei servizi all’infanzia, nella convinzione che il contributo di ognuno possa risultare utile alla definizione di un modello davvero ritagliato sui bisogni delle famiglie, dei bambini,dei lavoratori e in ultima analisi della collettività tutta.