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Parmalat, proclamato lo stato di agitazione e 4 ore di sciopero entro il 30 agosto

27 Luglio 2012
Flai, Fai e Uila contrarie al ridimensionamento di una delle poche multinazionali alimentari italiane

Dopo l’incontro del 4 con l’azienda sul piano industriale, le parti si sono di nuovo riunite il 24 e 25 luglio a Parma ed in tale sede, la Parmalat ha confermato la decisione di chiudere tre siti produttivi e di avviare una razionalizzazione nel sito di Collecchio.

Pur nella consapevolezza che come delegazione sindacale nel confronto con l’azienda si è riusciti a costringere la stessa ad assumere nuovi impegni tendenti a rafforzare il profilo industriale
dello stesso piano, rimangono dei limiti, in particolare sui punti di strategia futura e quindi le Segreterie Nazionali Fai Cisl – Flai Cgil – Uila Uil comunemente al coordinamento nazionale del gruppo, hanno convenuto di richiedere al Ministero dello Sviluppo Economico l’attivazione del tavolo di confronto che avevamo concordato con lo stesso nell’incontro del 22 giugno 2012.

Avendo l’azienda comunicato alla delegazione sindacale l’apertura delle procedure di mobilità per 120 lavoratori in tutto il gruppo senza attendere la conclusione del confronto sindacale ed in assenza di un piano sociale per la ricollocazione dei lavoratori, le Segreterie Nazionali di Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, unitamente al coordinamento nazionale, hanno convenuto di proclamare lo stato di agitazione in tutto il gruppo e programmato quattro ore di sciopero che le strutture sindacali territoriali devono coordinare e la cui effettuazione deve tenersi entro il 30 agosto 2012, a sostegno delle nostre proposte sul piano industriale e per un piano sociale che eviti i
licenziamenti.

Secondo Luca Ferrari, segretario generale Flai Cgil Parma: "Parmalat si è assunta la responsabilità di interrompere il dialogo sindacale aprendo unilateralmente le procedure per i licenziamenti collettivi previsti dal piano industriale, sul quale ha dichiarato di non essere intenzionata a discutere ulteriormente. L'atteggiamento che sta mostrando la proprietà, che ci tiene a ricordarci le capacità produttive di Lactalis anche in paesi confinanti, merita una risposta decisa da parte di tutto il sistema Italia. Con l'acquisizione di Lactalis Usa la famiglia Besnier prende in giro il nostro Paese e senza un vero piano di rilancio si delinea un definitivo ridimensionamento di quella che era una delle poche multinazionali alimentari italiane. Come sindacato proseguiremo la mobilitazione e tenteremo di riaprire il confronto presso il Ministero dello Sviluppo Economico allo scopo di difendere il perimetro industriale di Parmalat e gestire gli esuberi dichiarati con un piano sociale che dia risposte di lavoro a tutti".

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