Parmalat, l'azienda pone fine alla "fase 2"

Raggiunto accordo su impiegati e staff centrali

Venerdì scorso il Coordinamento Nazionale Parmalat ha raggiunto un accordo quadro con l'azienda che pone fine alla temuta “fase 2” che la dirigenza aveva annunciato già dagli incontri al Ministero dello Sviluppo Economico del giugno 2012. Dopo aver infatti ristrutturato la parte produttiva di Parmalat (chiusura di Genova, Villa Guardia e Cilavegna), Lactalis dal 2013 in poi si è concentrata a riorganizzare la parte amministrativa.

Con l'accordo di venerdì scorso, che verrà illustrato, per primi agli impiegati, nelle assemblee di venerdì prossimo, si pone un punto fermo alle tante preoccupazioni degli ultimi periodi.

Si procede infatti ad una razionalizzazione delle società “Carnini” e “Latte Sole”, incorporate in Parmalat e si concorda l'apertura una di una procedura di mobilità solo per i volontari e per i pensionabili nel numero massimo di 39 unità per Collecchio.

Oltre a questo è stato concordato un Piano Sociale che prevede integrazioni del reddito e tutele anche per chi potrebbe essere soggetto alle “penalizzazioni economiche” della legge Fornero, nonché un impegno della società ad intervenire in caso di future modifiche delle normative pensionistiche.

A questo punto occorre che Parmalat, oltre a consolidare le produzioni conto terzi, concentri gli sforzi per difendere e rilanciare i propri marchi che soli le garantiscono la redditività di cui necessita, tenendo fede agli impegni di investimenti indicati nell'accordo.